"E' tradizione del Brasile considerare di concedere lo status di rifugiato politico ogni volta che riteniamo che esiste un fondato timore di persecuzione politica contro un cittadino", ha spiegato Pedro Abromovay, segretario agli affari legislativi del ministero della giustizia. L'annuncio è arrivato tramite un comunicato diffuso nella notte dal ministro della Giustizia, Tarso Genro, che si è così pronunciato in modo opposto a quanto deciso dal Conare (Comitato Nazionale per i Rifugiati), che nel novembre scorso aveva respinto per tre voti contro due la richiesta di asilo politico formulata da Battisti.
La nota ricorda che la decisione riguardante "lo scrittore italiano Cesare Battisti" è stata presa sulla base "dello statuto dei rifugiati del 1951 e della legge 9.474 del 1997", che prevedono quali ragioni valide per la concessione dello status di rifugiato "il fondato timore di persecuzione per motivi di razza... o di opinione politica". La nota segnala tra l'altro che Battisti è stato condannato solo dopo la sua fuga in Francia nel 1981, sulla base di accuse non fondate su prove certe, ma della testimonianza del pentito Pietro Mutti.
Qualche giorno fa, in un'intervista al settimanale brasiliano Epoca, Battisti aveva detto di essere sicuro di "finire morto" nel caso di un rientro in Italia, dichiarandosi "certo che se tornassi, finirei vittima di una vendetta. Nel 2004 ho sofferto in Brasile - aveva precisato - un tentativo di sequestro da parte dei servizi segreti paralleli italiani".