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Dal MondoBolivia: Morales tra due fuochi, minatori e voci di golpe

11.10.06 - 20:20
Bolivia: Morales tra due fuochi, minatori e voci di golpe

LA PAZ - Ad otto mesi dall'inizio del suo mandato, il presidente Evo Morales apparentemente è sempre più tra l'incudine ed il martello. "Il popolo saprà castigare qualsiasi avventuriero che tenti di porre fine alla democrazia e al cambiamento che stiamo portando avanti", ha assicurato il capo dello stato in merito alle crescenti voci di golpe circolate negli ultimi giorni sia a La Paz che all'estero.

"Non crediamo che sia possibile un colpo di stato, poiché forze armate, polizia e la maggioranza dei movimenti sociali appoggiano il governo", ha insistito Morales, in riferimento al fatto che un sito internet aveva indicato addirittura per oggi il via alla sollevazione militare, mentre "El Nuevo Herald" di Miami ha sostenuto ieri che in Bolivia "sono sempre più forti i rumori di sciabole, mentre aumenta l'agitazione sociale".

In effetti, mentre il portavoce del presidente Alex Contreras ha reso noto di essersi riunito con i vertici di Forze armate e polizia, che "hanno ratificato" quanto anticipato da Morales, oggi le cooperative dei minatori hanno dato 72 ore di tempo al capo dello stato affinché risponda alle loro richieste, in merito alla miniera di stagno di Huanumi. La Fecomin, la loro federazione, ha anche assicurato che, se non otterrà un riscontro positivo alle sue pretese, da venerdì darà il via a blocchi stradali e ad una marcia verso la Paz.

La settimana scorsa, nella miniera di Huanumi, i minatori alle dipendenze dello stato e quelli che fanno parte delle cooperative private si sono affrontati per due giorni a colpi di candelotti di dinamite ed armi da fuoco con un bilancio di 16 morti ed oltre 100 feriti. Sia i primi che i secondi appartengono a settori che sono vicini al governo, ma l'aumento del prezzo internazionale dello stagno ha reso più appetibile il suo sfruttamento, con la conseguenza che hanno finito per scontrarsi per il controllo della miniera.

I dirigenti di Fecomin hanno anche avvertito che vogliono come interlocutore Morales o un suo diretto collaboratore, ma non vogliono saperne di sedersi ad un tavolo né con la Comibol, il sindacato che rappresenta i minatori statali né con il neoministro delle miniere, José Guillermo Dalence, designato venerdì dal presidente al posto Walter Villaroel, a suo tempo uno dei principali dirigenti delle cooperative. In pratica un braccio di ferro non facile da risolvere.

ATS
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