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SVIZZERAIl Replay TV non serve a saltare la pubblicità, ecco come viene utilizzato

17.08.22 - 10:08
I telespettatori si servono del servizio "on demand" per guardare trasmissioni perse, secondo un sondaggio di Comparis
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Fonte ATS
Il Replay TV non serve a saltare la pubblicità, ecco come viene utilizzato
I telespettatori si servono del servizio "on demand" per guardare trasmissioni perse, secondo un sondaggio di Comparis

BERNA - La Replay TV non viene usata principalmente per evitare la pubblicità. La maggior parte delle persone utilizza questo servizio per guardare le trasmissioni perse. Lo indica un sondaggio di Comparis pubblicato oggi.

La ricerca è stata effettuata alla vigilia di un cambiamento importante per il settore. Mentre la "tv on demand" si è fortemente sviluppata, i telespettatori hanno tendenza a saltare gli spot. Ciò ha creato insoddisfazione da parte dell'industria pubblicitaria e degli stessi canali televisivi, che si lamentano di perdere introiti legati alla réclame destinati a finanziare i loro programmi.

«Pubblicità forzata» - Per contrastare il problema, entro fine anno verrà introdotta presso tutti i fornitori la cosiddetta «pubblicità forzata» sulla televisione in differita. Chi vorrà saltare gli annunci potrà continuare a farlo, ma dovrà pagare un abbonamento più caro.

Il sondaggio di Comparis dimostra che la TV in differita risponde a una grande esigenza del pubblico. Tre quarti degli intervistati con abbonamento TV hanno la funzione replay. L'85% di loro utilizza la Replay TV per guardare le trasmissioni perse, mentre solo il 48% la usa per saltare la pubblicità. Del resto, oltre la metà delle persone interrogate si dice disposta a utilizzare questa funzione anche con la pubblicità forzata.

La pubblicità in TV è meno fastidiosa - Infatti, un precedente studio di Comparis mostra che la pubblicità televisiva è considerata molto meno fastidiosa rispetto alla pubblicità pop-up sui siti web. Tuttavia, la percentuale di persone con meno di 36 anni che saltano la pubblicità (61%) è significativamente più alta rispetto alle generazioni più anziane (36-55 anni: 46%; oltre 55 anni: 35%).

«I giovani, cresciuti con piattaforme come YouTube, non sono più abituati ai blocchi pubblicitari di alcuni minuti e li trovano più fastidiosi rispetto alla popolazione più anziana, cresciuta invece con la TV in diretta», afferma nel comunicato Jean-Claude Frick, esperto di Comparis in tecnologie digitali.

Tuttavia, «anche se i più giovani sarebbero molto più propensi a saltare la pubblicità e a pagare un sovrapprezzo, sembrano più tolleranti nei confronti della pubblicità. Questo può anche essere dovuto al fatto che i giovani utilizzano lo smartphone mentre guardano la TV e riescono quindi a ingannare l'attesa durante la pubblicità», aggiunge Frick.

Il sondaggio rappresentativo è stato condotto nel mese di luglio 2022 dall'istituto di ricerche di mercato Innofact, su incarico di Comparis, e ha coinvolto 1'034 persone in tutte le regioni della Svizzera.

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