La premier guarda avanti e ritiene che al momento non ci siano i numeri per sfiduciarla
LONDRA - Theresa May non si fa da parte e avverte i falchi Tory ribelli che vorrebbero sfiduciarla: se fossi sostituita non avremmo un accordo migliore da Bruxelles sulla Brexit.
Un cambio di cavallo - argomenta la premier a SkyNews - «non renderebbe i negoziati più facili, né cambierebbe l'aritmetica parlamentare».
May esclude poi di dimettersi, dice di non esser distratta dagli «insulti» e stima che al momento non sia stato raggiunto il quorum di 48 deputati per rimettere ai voti la sua leadership nel Partito Conservatore.
Il ministro alla Brexit: «Errore aver ceduto all'Ue» - Non aver fronteggiato con sufficiente fermezza quelli che egli chiama «i ricatti e le prepotenze» di Bruxelles nei negoziati sul divorzio fra Gran Bretagna e Ue. È l'accusa che l'ex ministro per la Brexit, Dominic Raab, muove oggi - dalle colonne del Sunday Times e in un'intervista a un talk show domenicale della Bbc - a Theresa May, spiegando le sue dimissioni di giovedì scorso in polemica contro l'intesa con i 27 patrocinata dalla premier Tory.
«Avremmo dovuto rivolgerci con molta onestà al Paese e dire che non potevamo accettare di essere corrotti, di subire ricatti o prepotenze, che eravamo pronti ad abbandonare il tavolo», ha recriminato Raab.
«Io penso che ciò che è mancato siano stati la volontà politica e la risolutezza» di fronte agli interlocutori, ha proseguito, dicendo di non essere «sicuro che il nostro messaggio sia mai arrivato» e mettendo in guardia dal dare la sensazione di un Regno Unito «che abbia paura della sua ombra».