Per il docente di Harvard, Pechino «ha sperimentato molto per trovare nuovi metodi volti a migliorare lo sviluppo»
CAMBRIDGE, MA - Negli ultimi decenni, la Cina ha conseguito «enormi successi» nel contrasto della povertà, oltre a una crescita sostenuta guidata dalle riforme e dall'apertura del Paese. È l'opinione espressa dall'economista statunitense Michael Kremer, fresco Nobel per l'economia, esperto di sviluppo e docente all'università di Harvard.
«La Cina ha sperimentato molto per trovare nuovi metodi volti a migliorare lo sviluppo economico e a ridurre la povertà e in questo ha avuto molto successo», ha sottolineato Kremer, la cui ricerca esamina i livelli di istruzione e salute raggiunti nei Paesi in via di sviluppo, oltre ai processi relativi all'immigrazione e alla globalizzazione.
Secondo Kremer - insignito del Nobel nel 2019, insieme ai professori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) Esther Duflo e Abhijit Banerjee, per «l'approccio sperimentale volto ad alleviare la povertà nel mondo» -, un orientamento decentrato, «combinato con adeguati incentivi, ha rappresentato un potente ingrediente alla base del successo della Cina nella lotta all'indigenza».
Alla base del successo nella lotta della Cina alla povertà, secondo l'economista, c'è anche il suo «approccio sperimentale», con politiche innovative collaudate solo in una regione prima di essere diffuse in maniera più ampia.
Sin dalla fondazione della Repubblica popolare cinese nel 1949, Pechino ha sottratto oltre 800 milioni di persone dalla povertà, pari a oltre il 70% della riduzione della povertà a livello planetario.
«Una delle cose più sorprendenti della Cina, oltre ai suoi tassi di crescita estremamente elevati, è che questi sono stati sostenuti per quattro decenni», risultato del succedersi di riforme e aperture lungo 40 anni. «Un genere di crescita così coerente è molto raro», ha sottolineato Kremer.
In questo contesto è risultata «molto preziosa» l'attenzione della Cina verso la sicurezza sociale: una volta cresciuto, il Paese sta cercando di affrontare il problema della povertà e delle ragioni che l'hanno generata e di fornire una rete di tutela sociale con gli strumenti dell'istruzione, della sanità e della previdenza.
L'economista statunitense ha comunque riconosciuto quanto sia lungo e arduo il cammino per ridurre la povertà e aumentare il benessere. «Nel caso della Cina, va inoltre considerata la dimensione dell'enorme migrazione che lascia tanti anziani separati dalle loro famiglie», ha sottolineato Kremer.
«Quindi, escogitare nuovi metodi non solo per far fronte alle necessità economiche degli anziani, ma anche ai loro più ampi bisogni sanitari e sociali, rappresenterà in futuro una sfida molto importante per la Cina».
Alla fine del 2018, almeno 16,6 milioni di persone vivevano al di sotto della soglia nazionale di povertà nelle aree rurali della Cina, mentre oltre la metà di queste risiedeva nelle regioni occidentali e meno sviluppate del Paese.
La Cina mira a eliminare la povertà estrema entro il 2020, dieci anni prima della scadenza fissata dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.