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Dopo i bitcoin è una delle nuove "cotte" degli investitori Usa (e non solo) ma c'è chi mette in guardia sul fatto che potrebbe essere una bolla
NEW YORK - Le criptovalute non "tirano" più e gli investitori oggi guardano... alla cannabis! Dopo il “sì” alla legalizzazione canadese (dal 17 ottobre prossimo) sono diverse le aziende del settore che sono entrate in borsa accogliendo i favori dei trader. Stando ad alcuni è il nuovo Eldorado, ma c'è anche chi parla di bolla pronta ad andare in fumo.
Fra questi anche la Cnbc che nel suo programma Mad Money ha dichiarato che, già nel prossimo mese, i titoli di canapa & affini saranno pesantemente ridimensionati. Insomma, il 17 ottobre non coinciderà con il picco ma piuttosto con il rientro completo.
Questo perché «attualmente c'è molto più interesse di quanto sia veramente giustificato, sembra di trovarsi davanti all'esplosione delle .com negli anni '90, solo che qui c'è molta meno sostanza», ha spiegato l'analista della trasmissione Jim Cramer. Opinioni, certo, ma già nella giornata di oggi i titoli "verdi" dopo una crescita davvero folle cominciano a mostrare un certo rallentamento (e in alcuni casi anche dei bei tonfi).
Eppure chi lavora nel settore è convinto che ci sia «un enorme potenziale», come riferito a Bloomberg dalla banca canadese Cannacord, che guarda anche verso l'Europa: «Una legalizzazione diffusa nell'Eurozona potrebbe portare a un giro d'affari di più di 25 miliardi di euro», cifre calcolate basandosi sulle vendite medie in Olanda.
Ma le stime più realistiche prevedono un futuro di cannabis più diffusa, sì, in Europa ma «perlopiù medicinale, per un totale di circa 650 milioni di € entro il 2022». Insomma, le cifre del Canada sono ben lontane.
