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Il ciclone Eloise mette in pericolo 90mila bambini

MOZAMBICOIl ciclone Eloise mette in pericolo 90mila bambini

27.01.21 - 13:09
L'Unicef lancia l'allarme: 8400 persone hanno perso le proprie case
keystone-sda.ch / STR (ANDRE CATUEIRA)
Il ciclone Eloise mette in pericolo la vita di 90mila bambini.
Il ciclone Eloise mette in pericolo la vita di 90mila bambini.
Fonte Ats Ans
Il ciclone Eloise mette in pericolo 90mila bambini
L'Unicef lancia l'allarme: 8400 persone hanno perso le proprie case

MAPUTO - Secondo l'UNICEF, oltre 176.000 persone, compresi 90.000 bambini, in Mozambico centrale avranno bisogno di assistenza umanitaria a causa del ciclone Eloise. I bambini che vivono nelle aree colpite, in particolare quelli sfollati, potrebbero presto essere presto esposti al rischio di contrarre malattie legate all'acqua, come colera e infezioni intestinali.

La potente tempesta che si è abbattuta lo scorso 23 gennaio ha portato piogge torrenziali e venti forti fino a 160 chilometri orari, danneggiando e distruggendo case, terreni agricoli e infrastrutture vitali. Secondo le prime notizie, 8.400 persone hanno perso le proprie case e almeno 26 centri di assistenza sanitaria e 85 aule scolastiche sono stati distrutti.

Nella città portuale di Beira e nelle aree rurali, gravi inondazioni ora minacciano la popolazione che si sta ancora riprendendo dal ciclone Idai che ha colpito la stessa regione nel 2019 - causando lo sfollamento di decine di migliaia di famiglie, la diffusione d'insicurezza alimentare e l'incremento della malnutrizione tra i bambini.

«Meno di due anni fa ho visto con i miei occhi le devastanti conseguenze del ciclone Idai sui bambini e le famiglie nel Mozambico Centrale, conseguenze che proseguono ancora oggi» ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell'UNICEF. «Quest'ultima tempesta purtroppo ci ricorda che i bambini stanno pagando il prezzo più alto di eventi meteorologici gravi legati al clima. Dobbiamo prendere sul serio le azioni per il clima e investire in misure per rafforzare la resilienza delle comunità vulnerabili», ha concluso.

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