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PAKISTAN / ITALIARecupero di Cassardo, «ce l'abbiamo fatta»

22.07.19 - 11:16
Sono le prime parole di Cala Cimenti una volta arrivato al campo base
Recupero di Cassardo, «ce l'abbiamo fatta»
Sono le prime parole di Cala Cimenti una volta arrivato al campo base

TORINO - «È finita. Ce l'abbiamo fatta». Queste le prime parole di Carlalberto Cimenti, detto 'Cala', l'alpinista piemontese soccorso sul Gasherbrum VII, una volta arrivato al campo base. Il suo compagno di cordata, Francesco Cassardo, ferito durante la discesa, è stato trasportato all'ospedale di Skardu, nel Gilgit Baltista.

«Denis Urubko, Don Bowie e i due polacchi Jarek e Januscius sono stati degli angeli - aggiunge 'Cala' - senza di loro non ce l'avremmo mai fatta e Francesco non sarebbe riuscito a passare un'altra notte a 6'300 metri. I ragazzi si sono resi immediatamente disponibili al recupero, hanno fatto tutto ciò che potevano per aiutarci. Avevano appena terminato di scalare un 8'000 e sono corsi da noi».

«Don ha rinunciato alla sua spedizione per salvare Francesco, doveva infatti partire per il suo tentativo alla cima - racconta -. L'elicottero non sarebbe mai riuscito a venirci a prelevare sul luogo dell'incidente, c'erano troppi seracchi, i soccorsi via terra sono stati fondamentali come fondamentale per Fra è stato l'ossigeno messo a disposizione da Denis».

«Ora preghiamo per Fra. Quando è stato caricato sull'elicottero era lucido, parlava e ragionava. Siamo fiduciosi, il ragazzo non molla!!», ha aggiunto.

Nel frattempo le condizioni di Cassardo, trasportato via elicottero dal monte pakistano Gasherbrum VII al 'Combined Military Hospistal' della città di Skardu, appaiono migliori di quanto inizialmente temuto. Lo rende noto la Farnesina. Cassardo è cosciente, sono state riscontrate alcune fratture e sono in corso ulteriori accertamenti per verificarne l'esatto quadro clinico complessivo.

L'Ambasciata in Pakistan segue da vicino gli aggiornamenti sulle condizioni sanitarie dell'alpinista ferito con i responsabili dell'ospedale. Costante anche il contatto dell'ambasciata e dell'Unità di Crisi della Farnesina con i famigliari.

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