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TICINOValentina De Bianchi: "Un giovane, un posto di lavoro"

25.03.11 - 15:43
Il programma di Generazione Giovani per scuola ed occupazione
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Valentina De Bianchi: "Un giovane, un posto di lavoro"
Il programma di Generazione Giovani per scuola ed occupazione

Il programma di Generazione Giovani è ambizioso. Un giovane, un posto di lavoro. Ma per raggiungere lo scopo è necessario guardare a monte del problema: la scuola e l’orientamento professionale. Oggi troppi giovani terminano i loro studi e – con in un mano un diploma – bussano a più porte alla ricerca di un posto di lavoro senza però avere una risposta positiva. In Svizzera si contano più di duecento professioni ma gli studenti scelgono solitamente in un ventaglio di soli 30-40 mestieri. Perché? È forse a questa domanda che bisogna rispondere per affrontare seriamente la disoccupazione giovanile in continua crescita nel nostro Cantone. Alla base risiede un servizio di orientamento inadatto e incompleto che non offre all’allievo di scuola media o di liceo un’adeguata informazione sulle possibilità di studi o di apprendistato. La scuola deve collaborare  direttamente con gli ambienti economici e i vari attori sociali affinché abbia una visione reale delle possibilità che offre il mercato del lavoro. Senza un contatto diretto con gli effettivi bisogni delle varie aziende o uffici, si propongono al giovane solo elementi oggettivi che non lo possono aiutare a trovare realisticamente un posto di lavoro al termine degli studi.

Molto spesso i giovani (e sono oltre il 40%) tendono a scegliere il liceo senza un vero interesse, ma piuttosto per compiacere i genitori o per rimanere ancora qualche anno con gli amici. L’orientatore professionale dovrebbe saper indicare le numerose alternative di formazione professionale. Perché denigrare a priori tutte quei percorsi che invece bisognerebbe proprio incentivare? Inoltre una maturità professionale non preclude - anzi - un accesso a studi superiori, quali ad esempio, per rimanere in Ticino, i corsi universitari della Supsi.

Per esperienza personale, il miglior modo per aiutare i giovani che devono scegliere un percorso di studi è quello di parlare con altri studenti che hanno appena terminato la loro formazione. I più “anziani” conoscono dall’interno le varie offerte, ma anche i vari problemi o difficoltà, che un percorso formativo può comportare. Perché allora non investire di più anche in incontri tra società di studenti e allievi di scuola media o di liceo? La scuola dovrebbe poi favorire due o tre giorni di stages per permettere agli studenti di provare sul “campo” un lavoro. Le conoscenze dirette di una professione e il contatto con un ambiente lavorativo permettono al giovane di capire quale strada vuole intraprendere, o almeno di farsi un’idea pratica. In definitiva, è necessario  un maggior contatto tra mondo del lavoro e scuola così da sapere coniugare le necessità dei due mondi, che devono essere complementari.
 

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