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PROCESSO TAMAGNILa difesa Perucchi: "La gravità di questo evento non può essere attribuito alla volontà di uccidere"

26.01.09 - 10:39
Ti Press
La difesa Perucchi: "La gravità di questo evento non può essere attribuito alla volontà di uccidere"

LOCARNO - L'arringa difensiva dell'avvocato Francesca Perucchi è continuata con la lettura delle diverse testimonianze contenute nei verbali, testimonianianze  che offrono una diversa chiave di lettura a quanto finora emerso in aula. Leggendo i verbali e soffermandosi sugli attimi che hanno preceduto l'intervento dei tre imputati, l'avvocato Perucchi ha fatto capire che la situazione non era affatto risolta come invece hanno voluto far intendere  la pp Rosa Item o l'avvocato di parte civile Diego Olgiati.

"La discussione sembrava terminata quando si è poi riaccesa con l'arrivo di altri amici" ha ricordato la Perucchi leggendo il racconto di un testimone. "Damiano parlava con toni accesi ma civili" ha affermato un altro testimone descrivendo gli attimi subito antecedenti l'intervento di Ivan jurkic.

Stando ai verbali dopo l'intervento dei tre imputati Damiano è stato visto compiere "movimenti scomposti" che possono aver indotto Ivica Grgic a credere che Damiano stesse cercando di colpirlo. 
Versione dei fatti che oltre ad essere sostenuta da Ivica Grgic è avallata anche da altri testimoni che affermano in seguito che Ivica abbia colpito Damiano con un pugno. Pugno che stando ad altre ricostruzioni non risulta essere stato sferrato e sul quale si è dibattuto lungamente in aula. La ricostruzione si è soffermata anche sul calcio sferrato da Ivica, "un gesto vergognoso che si ricorderà per tutta la vita" afferma l'avv. Francesca Perucchi.

"Ivica Grgic ha detto queste cose subito - spiega la legale volendo quindi cancellare il dubbio di una mancata collaborazione con gli inquirenti da parte del proprio assistito - nel verbale dell'8 febbraio e non in quello del 2 febbraio che ha rilasciato alla presenza di sua madre". Fatto questo che, stando all'avvocato Perucchi, spiega le incongruenze tra i verbali.

L'attenzione si è spostata poi al calcio sferrato, secondo quanto ha sempre ripetuto in aula Ivica Grgic, alla fronte e non in modo violento. Una modalità ed un colpo che la legale non ha escluso nonostante non ne siano state trovate tracce.

Perucchi si è concentrata in seguito su alcuni verbali nei quali si parla del calcio sferrato a Damiano: "Verbali rilasciati giorni dopo, quando i giornali ed i blog si erano già espressi" ha affermato, "verbali nei quali i testimoni si definiscono scioccati dal rumore causato dal colpo ma che non ha impedito loro di continuare a festeggiare il carnevale fino alle tre di mattina".


"In dubbio pro reo"

Il difensore legale di Ivica Grgic, accusato in correità con Marko Tomic di omicidio intenzionale nei confronti di Damiano Tamagni, ha citato pure alcuni verbali discordanti da parte dei testimoni.   Dichiarazioni che da certezze assolute si sono trasformate via via in sensazioni, ricordi frammentari, confusi e difficili da ordinare cronologicamente.  "Verbali che devono essere letti con prudenza altrimenti non c'è giustizia" ha ribadito l'avvocato Perucchi che ha  ricordato  alla corte il principio del "in dubbio pro reo".

Percucchi: "Vi è la probabilità  che l'arteria si sia potuta rompere mentre Damiano era ancora in piedi"

"Il calcio di Ivica non può essere stato forte e men che meno può aver causato un rumore così forte. L'ematoma interno può essere stato causato da un altro colpo" ha affermato l'avvocato difensore ricordando che sulle scarpe del proprio assistito non sono state rinvenute tracce di DNA di Damiano Tamagni. Come afferma il dottor Osculati ci possono essere stati colpi che non hanno lasciato segno e questo perché non forti. Non possono essere dati per certi altri colpi se non il pugno, la spinta e il calcio sulla parte alta della testa.

Perucchi è passata in seguito a esaminare le cause della decesso di Damiano. "Sono tutti concordi sulla lesione dell'arteria cervicale intracranica. Nessuno ha messo in dubbio la natura traumatica della lesione - ha affermato in aula Perucchi - il disaccordo vi è apparentemente sul momento del trauma".

Non si può escludere la possibilità che la lesione sia avvenuta quando Damiano fosse in piedi, tanti infatti sono i testimoni che affermano d'aver visto i calci sferrati a Damiano a terra e solo un teste dice d'aver visto la testa di Damiano muoversi di pochi centimetri. Un movimento, stando a quanto afferma l'avvocato, che non corrisponde al movimento abnorme di cui ha parlato il perito Osculati. "Pochi hanno visto i colpi ricevuti da Damiano mentre stava in piedi" afferma l'avvocato che sottolinea quindi che non si può essere certi che non sia avvenuto in questo momento il movimento che ha causato la lacerazione dell'arteria cervicale.

L'avvocato ha sottolineato in seguito l'importanza di alcune testimoniante secondo le quali Damiano mentre era in piedi "si muoveva scompostamente" o "sembrava strano" e quando è caduto, secondo alcuni "si è afflosciato". Considerazioni che portano l'avvocato Perucchi ad affermare che "vi è la probabilità vicino alla certezza che l'arteria si sia potuta rompere mentre Damiano era ancora in piedi. Non lo si può escludere".
s.g./RED

 

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