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LOCARNOProcesso Tamagni, oggi in aula rivive la notte del dramma

20.01.09 - 07:57
Ti-Press Samuel Golay
Processo Tamagni, oggi in aula rivive la notte del dramma

LOCARNO - Era una giornata molto attesa. Il primo dei sette giorni previsti per il processo Tamagni ha attirato alle Assise criminali di Locarno decine di persone che si sono assiepate davanti all’entrata dell’aula. Giornalisti e familiari in primis hanno occupato i pochi posti a disposizione tanto che i congiunti di Tamagni si sono trovati fianco a fianco ai familiari dei tre giovani che il 1° febbraio 2008 hanno, con responsabilità diverse che verranno appurate nei prossimi giorni, causato la morte di Damiano.

Un gesto efferato causato da ancora non si sa quale motivazione ma che, è stato ripetuto e confermato in aula, ha un terrificante anticipazione. Poche ore prima di colpire con pugni e calci il giovane di Gordemo, Ivica Grgic ha dichiarato ad un amico “il primo che mi tocca o mi rompe le balle lo ammazzo”. Dichiarazione spiegata in aula dal suo stesso autore che l’ha definita “una frase detta per vantarsi”. Peccato che pochi istanti prima Marko Tomic, seduto in aula alla destra di Grgic ed anch’egli accusato di omicidio intenzionale, aveva chiesto ai suoi amici “chi picchiamo stasera?”. Anche questa una semplice frase ad effetto destinata agli amici.

In mattinata il dibattimento è iniziato ripercorrendo e disegnando il passato di Ivica Grgic, Marko Tomic e Ivan Jurkic. Gentili, educati, simpatici e socievoli ma anche bugiardi, codardi, con problemi di alcool, uso di stupefacenti e occasionalmente di cocaina. Questi in ordine sparso le descrizioni fornite agli inquirenti da parte di conoscenti e amici dei tre ragazzi a processo. Ragazzi che durante la detenzione preventiva presso l’istituto la Farera non hanno rispettato l’obbligo di non comunicare tra di loro per non “inquinare” le prove. Scambi di informazioni, e stando alle dichiarazioni del minorenne coinvolto nella vicenda anche intimidazioni, che hanno obbligato le istituzioni a trasferire Marko Tomic, reo d’essere il meno rispettoso di questo obbligo, al carcere della Stampa.

Diffamazione

C’è stata una dovuta precisazione da parte della corte relativa a dei manifesti apparsi nell’estate a Locarno e a delle voci che volevano causato da un’overdose il decesso di Damiano. Il giudice Ermani ha dissipato ogni possibile e residuo dubbio: calunnie. Ha poi stigmatizzato le frasi scritte dalla sorella di uno degli imputati all’interno di un blog di Ticinonews che esprimendosi in merito alla fondazione creata da Maurizio Tamagni, il padre di Damiano, ha accusato Maurizio di violenza. Sulla vicenda (la ragazza ha ammesso la paternità delle frasi in questione affermando d’averle formulate in base a delle voci che circolano a Locarno) è tuttora aperto un procedimento penale.

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