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ASCONAFusione tra pittura, musica e danza: ovvero, "Dentro Jawlensky"

27.11.13 - 11:01
Appuntamento sabato e domenica al Teatro San Materno
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Fusione tra pittura, musica e danza: ovvero, "Dentro Jawlensky"
Appuntamento sabato e domenica al Teatro San Materno

ASCONA - Appuntamento con pittura, musica e danza, questo sabato 30 novembre ore 20.30 e domenica 1 dicembre ore 17.00, al Teatro San Materno di Ascona, con "Dentro Jawlensky"

 

Il pittore Alexey von Jawlensky ha soggiornato ad Ascona da marzo 1918 a marzo 1921. Un momento di grande fervore artistico e di incontri costanti con grandi personalità di artisti quali: Arthur Segal, Ernst Frick, Marianne Werefkin, Paul Klee, Alexander Sacharoff, Clotilde von Derp e tanti altri con i quali soggiornavano sulla collina dell'utopia: il Monte Verità di Ascona.

 

Lo spettacolo “Dentro Jawlensky” torna al Teatro San Materno dopo aver raccolto un ampio successo di critica e di pubblico a livello nazionale e internazionale con le sue tournée in Svizzera, Italia, Germania e Russia.

 

Jawlensky è il protagonista inconsapevole della rappresentazione “Dentro Jawlensky”, ideata e diretta dalla regista e coreografa asconese Tiziana Arnaboldi. È soprattutto al centro di due atti di amore: il primo, quello della nipote Angelica che ha chiesto a Tiziana Arnaboldi di mettere in scena i quadri di suo nonno; il secondo, quello della coreografa ticinese che ha dato forma a quel desiderio unendo per la prima volta diversi linguaggi artistici e spingendo in là le frontiere della sperimentazione, con quel rigore filologico che caratterizza Arnaboldi.

 

Tiziana Arnaboldi e la sua compagnia ci fanno così entrare nel mondo pittorico di Alexej von Jawlensky e penetrare il cuore del suo genio creativo, dando forma alla forza creatrice da cui scaturisce l’arte. Una sfida, un atto di coraggio, perché si è trattato di inventare una struttura, un’impalcatura solida ma nel contempo agile per consentire la compenetrazione delle diverse espressioni artistiche: danza, musica, voce e pittura.

 

“Dentro Jawlensky – confida Arnaboldi - parte da una pagina bianca, quella che i/le giornalisti/e conoscono bene. Su questa pagina bianca, il buio dell’assoluto creativo ha colto e messo insieme i fasci di luce delle idee, che hanno poi trovato forma, forza e collocazione sullo spazio scenico attraverso tanto lavoro e altrettanta sperimentazione. Si è infatti trattato di unire il gesto pittorico e il movimento nello spazio, ben sapendo che musica e danza sono le forme d’arte più vicine all’infinito. La misura della difficoltà della ricerca mi ha in fondo permesso di andare oltre il liguaggio classico, mi ha spinto sempre oltre”. In fondo come Jawlensky e le sue infinite e quasi ossessive variazioni sullo stesso tema, in un continuo processo di progressiva astrazione, per andare all’essenza dei volumi, delle forme, dei colori. Per raggiungere, in un certo senso, l’assoluto. Inteso anche come profonda dimensione spirituale. Conoscenza e tensione verso la verità. O pura e struggente emozione.

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