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EUROPAFinanza nel caos, che fare?

05.08.11 - 13:00
Intervista a Bruno Chastonay, analista finanziario di Lugano
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Finanza nel caos, che fare?
Intervista a Bruno Chastonay, analista finanziario di Lugano

LUGANO - Il mondo della finanza è nel caos. Le Borse europee vedono bruciati oltre 170 miliardi con l'Euro che scende nuovamente sotto 1,09 franchi. Per capire cosa succederà adesso abbiamo sentito Bruno Chastonay, analista finanziario di Lugano

Sarà un venerdì nero?
Oggi si tratta di vedere le reazioni. Con la serie di interventi, reali e verbali, da parte di varie banche centrali, abbiamo avuto un certo rientro delle tensioni e timori, permettendo un rientro degli spreads entro i deboli EU e i Bund di riferimento, soprattutto per Spagna, Italia e Grecia, le piu’ sotto stress dei mercati.
Per quanto riguarda ieri, sui titoli è proseguita invece ancora la fase negativa, di smantellamento, dopo un inizio promettente, sulla scia della chiusura positiva precedente degli USA. Siamo sui minimi da 11 mesi per l’euro e minimo da 8 mesi per UK, con un calo del 10% da maggio. A pesare restano i timori per la crescita / ripresa, su cui quasi tutti avevano scommesso, con aspettative pure di elevata inflazione. In calo quindi anche le commodity (materie prime), con il petrolio, in conseguenza del calo consumi e dell’aumento delle scorte, eccetto l’oro quale valore rifugio che segna un nuovo record massimo, e il rame, al minimo da un mese quale valore industriale. In calo anche i valori industriali, per calo di domanda, investimenti, esposizioni.
Il mancato taglio dei tassi, soprattutto per quanto concerne l’euro, ha lasciato pure una certa negatività sui titoli, visto che qualcuno avrebbe visto di buon occhio ulteriori azioni concrete a favore della crescita, che resta debole, fragile, e in rallentamento. I tassi invariati confermano la frenata con il cambio di obiettivi da parte della Banca Centrale Europea, che avrebbe voluto rialzarli, come da suo piano, per altre tre volte di 25 bps entro la primavera, onde rientrare dalle misure eccezionali di liquidità, che non hanno piu’ ragione di proseguire, vista la loro fine del servizio reso, e di inutilità nei momenti attuali, e anzi, foriere di rischi maggiori per la stabilità futura, e limitativi nei mezzi a disposizione per combattere nei mercati. Come sottolineato, gli interventi non cambiano nulla nella sostanza, ma danno solamente un grande segnale di presenza di distorsioni ampie, non volute, e rischiose per le economie reali.

Per quanto riguarda il brevissimo periodo, i movimenti sono stati eccessivi, come pure è eccessiva la sfiducia presente nei mercati, con effetti molto ampliati per il periodo estivo, tipico di ristrettezza dei mercati, e dalle decisioni all’unisono effettuate sui portafogli dei fondi investimento e istituzionali. Come da lungo tempo, con l’avversione al rischio, a perdere è l’euro, il principale imputato, e a guadagnare il Franco, lo Yen, e parzialmente il Dollaro, con pressione ampia sui rendimenti dei paesi di riferimento, a scapito dei rendimenti dei paesi deboli, altamente indebitati.

Come mai si diffonde il panico nelle Borse e tra gli investitori?
Con il crollo degli indici USA di ieri sera, seguito dal petrolio, metalli, rendimenti, sono emerse ulteriori conferme dei timori nei mercati per una nuova recessione globale, dopo molti trimestri di aspettative e di costruzione dei portafogli basati su ripresa e rischio inflazione. E sono ulteriori conferme che non è il dollaro a guadagnare terreno, che anzi, continua debole globale, ma che è l’euro a continuare a perdere colpi, e il Franco svizzero e lo yen restano valute rifugio, alternativa, riferimento. Tutti segnali di timori per la crescita, il livello dei debiti, e conseguentemente l’allargamento della crisi e qualità del credito globale, con effetti deleteri per la crescita, già debole e fragile. Il tutto in un momento di politica molto debole, governanti incapaci di dimostrare concretezza, azione, misure decise e immediate.

Ieri è stata una Waterloo per le Borse, come si può riassumere la situazione?
Ieri abbiamo avuto gli effetti post interventi effettuati dalle banche centrali di Svizzera e Giappone, con pure in secondo piano della Turchia. Poi della serie di commenti da varie banche centrali, riunioni di vari ministri. E le riunioni delle banche centrali UK e EU per la decisione di politica monetaria, lasciate invariate, e anzi, con allentamento della liquidità da ECB.

I movimenti ampi nei mercati di questi giorni, come si spiegano ? cosa li ha innescati ?
Dalla serie di commenti da vari elementi, a sottolineare gli sforzi profusi per innescare un rientro verso la normalità dei mercati finanziari, e di assorbirne gli eccessi. Si spiegano dall’azione delle varie banche centrali a confermare la nuova fase di rallentamento della ripresa / crescita economica, con rischi di recessione rinnovata, contrariamente alle aspettative e convinzioni nei mercati, di una ripresa e crescita con rischi di inflazione. Dalla serie di dati fondamentali economici, ulteriori conferme di disoccupazione elevata, calo consumi privati, calo attività industriale / manifatturiera, aumento dei rischi per gli utili societari, in particolare nel settore finanziario. Dall’asta della Spagna, per 3,3bln di euro fino al 2015, con buona domanda, ma anche con ampio rialzo dei rendimenti, con sospettata partecipazione da parte della banca centrale europea, anche sui titoli statali di Irlanda, Italia, in cerca di dare sostegno e immagine di tenuta. Una situazione, la pressione sui titoli italiani, ben piu’ rischiosa che non quelle già vissute per la Grecia e altri, vista la sua grandezza in EU.
Insomma, segnali nuovi di incapacità di gestire la situazione attuale, di scarsi mezzi in dotazione ai governi e banche centrali per combattere la speculazione o per assorbire i volumi dei mercati, presentazione delle nuove e ulteriori misure molto debole, scarsamente incisiva, complessa.

Dove vanno gli USA?
Abbiamo sempre gli occhi sugli USA, che dopo il piano fiscale approvato, e l’agenzia Moody’s che ha confermato il rating, seppur riducendo a negativo le prospettive, ha portato gli occhi su S&P, che non si è ancora pronunciata. Quest’ultima aveva espresso il desiderio di vedere applicate misure di risparmi per il doppio di quanto fatto, e quindi sussiste sempre il rischio di un declassamento, d’altro canto già previsto dal mercato. E dal Governo Obama, indebolito e con meno munizioni, probabili nuove misure di risparmio e di stimolo della crescita, che risulta essere molto sotto le aspettative, in affanno.

Come si potrà evolvere la situazione della finanza globale?
Quello che ritengo piu’ importante è che finalmente nel mondo globale abbiamo una presa di coscienza generale dei problemi, e che c’è unità di intenti per un lavoro comune contro un rischio e costo elevatissimo generale in caso di fallimento. Questo, a differenza dello scorso anno, e con l’aggiunta di un ampio lavoro e di misure già innescate, di molte modifiche già implementate, e anche con vari conti in fase di migliorare, con il desiderio di attuare misure di austerità e di tagli alle spese e agli sprechi. Quello che manca ora è la percezione negli attori dei mercati di concretezza, di potenziali miglioramenti positivi, di aumento della solidità della “struttura Europa” (visto che non esiste l’Europa come nazione, e che con l’euro creato sulla base dei fondamentali di varie nazioni di quel tempo, che pero’ hanno continuato ad evolversi in modi, tempi e maniere differenti, abbiamo solo avuto una “parità fissa”, come ai tempi di Bretton Wood per il dollaro, e tutta basata sulla “garanzia Germania”, che non corrisponde piu’ alle situazioni odierne, soprattutto per i Paesi deboli europei). Senza l’euro si avrebbero delle svalutazioni ampie, con rialzo dei tassi, per quelle nazioni che avrebbero dovuto, ma che non hanno potuto, adeguare il cambio con i fondamentali della propria economia. Ora, o queste nazioni lavorano per entrare nei parametri “europei”, o svalutano. E i mercati chiedono concretezza, forza politica, decisioni ampie e veloci ed efficaci.


 

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