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Gran Consiglio - MpS-Partito comunistaLeonardo Da Col

14.02.11 - 16:45
Leonardo Da Col

Dopo aver terminato le scuole dell’obbligo e il liceo a Bellinzona, ho studiato Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, dove mi sono laureato con una tesi sulle migrazioni in Svizzera dal 1945. Durante i miei studi ho sempre lavorato come cassiere part-time in un grande supermercato, dove ho imparato sulla mia pelle le condizioni di lavoro in questo settore.
Attualmente sono responsabile amministrativo alla Cooperativa CLIC, che organizza programmi d’occupazione temporanea per persone difficilemente collocabili e corsi di lingua e cultura italiana.

Come è nata la passione per la politica?
Sono cresciuto in una famiglia in cui la politica è sempre stata centrale. Tra amici di famiglia impegnati nel sindacato e operai, di cui serbo un caro ricordo, si è formata la mia sensibilità e la mia “scelta di campo”.
Avendo studiato Scienze politiche, alla generica simpatia di pancia per il movimento operaio, si è sostituita man mano una scelta più ragionata e fondata anche sulla conoscenza di diverse dottrine politiche.
La decisione di dedicarmi all’attività politica, l’ho presa quando ho incontrato il Movimento per il Socialismo, in cui mi sono velocemente identificato, grazie al modo di concepire la politica  come azione diretta dei soggetti direttamente interessati e per gli orientamenti chiaramente al fianco di chi è oppresso da questo (dis)ordine sociale.

Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
Tra i temi che mi stanno più a cuore ci sono il lavoro e la lotta contro il razzismo.
Ritengo che questi due temi siano profondamente legati. Infatti, sono convinto che il solo modo per combattere le derive xenofobe e razziste del nostro governo e di tutti i partiti che lo compongono, sia un piano chiaro di lotta contro la crisi sociale, contro la disoccupazione e contro le condizioni di lavoro sempre più precarie e umilianti.

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
Il problema centrale è il gioco al ribasso dei salari e delle condizioni di lavoro, che trascina con sé sia i lavoratori frontalieri che i residenti, in una perversa spirale di concorrenza verso il peggio, che ha conseguenze deleterie come la xenofobia e il razzismo.
Un salario minimo garantito di almeno 4’000 franchi e il riassorbimento di parte della disoccupazione attraverso la creazione di posti di lavoro nel settore pubblico sono necessari per fronteggiare la “guerra tra poveri” scaturita dagli accordi bilaterali e fermare il peggioramento del servizio pubblico.
Ci sono partiti che cavalcano il disagio reale della popolazione, dovuto alla disoccupazione e ai salari bassi, individuando il solito capro espiatorio nella figura dello straniero. C’è pure un “razzismo di Stato” che tratta i cittadini in modo differente a seconda del loro passaporto e che favorisce e alimenta poi anche certi sentimenti e  luoghi comuni nei confronti di determinati gruppi sociali.
Credo che la lotta al razzismo passi necessariamente attraverso il miglioramento generale delle condizioni materiali e sociali della gente. Per questo un salario minimo legale di 4’000 franchi, come da noi già proposto in passato, sia un primo passo in questa direzione. Un altro passo, altrettanto decisivo, è la creazione di posti di lavoro pubblici, dunque al di ffuori della logica del profitto ad ogni costo, per venire incontro ai crescenti bisogni sociali.

Quale il Ticino del futuro che sogna
Sogno un Ticino, che invece di scaricare il proprio malessere sociale sui più deboli, i frontalieri, i cittadini stranieri, o i giovani o le donne, proponendo repressione, emarginazione ed esclusione, cerchi reali soluzioni ,che siano inclusive e solidali. Un Ticino che abbia tra i suoi scopi la ricerca del benessere sociale di tutti e non la difesa degli interessi di pochi a scapito delle sue fasce più deboli. Sogno un Ticino che non fondi il proprio benessere sul malessere di altri e in cui mio figlio possa guardare con fiducia al futuro.

Perché dovremmo votarla?
Le politiche neoliberali del governo ticinese hanno miseramente fallito. Nessun vero piano anticrisi è stato messo in atto per fronteggiare l’elevata disoccupazione e il disagio sociale della popolazione. La lista MPS-PC offre un’alternativa alle politiche di governo basata sulla necessità di un salario minimo legale per tutti, di potenziamento del servizio pubblico e di un miglioramento generale delle condizioni materiali e sociali dei giovani e dei salariati. Votatemi per questo.

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