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Gran Consiglio - MpS-Partito comunistaDario Borsari

14.02.11 - 15:52
Dario Borsari

Nato nel 1988 a Locarno, abito a Bellinzona e sono studente di economia politica all'università di Lugano.

Come è nata la passione per la politica?
La crisi economica e sociale iniziata nel 2008, manifestatasi in seguito con i  licenziamenti di massa, i piani di austerità e i peggioramenti dei diritti della classe salariata mi hanno avvicinato alla politica. Ascoltando e leggendo le notizie che ognuno è confrontato quotidianamente ho approfondito, discusso e condiviso gli argomenti del Movimento per il Socialismo ( Mps ) perchè sono gli unici che mi hanno dato delle risposte concrete sui problemi di questa società. 

Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
Sicuramente la disoccupazione e le condizioni di lavoro sono alcuni dei problemi più vicini alla popolazione che discuto con i giovani nelle scuole e nel movimento. La povertà, i bassi salari e la mancanza di una prospettiva futura per le nuove generazioni non sono delle fatalità, ma il frutto di questa società basata sulla proprietà privata e divisa in classi con interessi opposti.

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
I problemi in Ticino, come nel resto della Svizzera, sono diversi. Principalmente  ci sono l'avanzata del dumping salariale e la liberalizzazione del mercato del lavoro, alimentati dalla mancanza di misure di accompagnamento per i lavoratori e le lavoratrici negli accordi bilaterali. Un altro punto importante è l'assenza di un sindacalismo che difende nella pratica e non solo a parole la classe salariata. La presenza di persone che discutino nelle scuole, sui posti di lavoro e nelle piazze è centrale per chi vuole difendere ed incrementare i diritti e le condizioni di lavoro della classe salariata.

Quale il Ticino del futuro che sogna
La solidarietà tra la popolazione e l'azione collettiva  nella discussione e nell'azione politica sono degli aspetti inevitabili per un  miglioramento delle condizioni di salute, di lavoro e delle relazioni sociali per la maggioranza dei ticinesi. La democrazia deve essere inclusiva e deve consentire alla popolazione la presa in mano del proprio futuro. L'esempio di azione collettiva, di democrazia e di autorganizzazione vissuta durante lo sciopero delle Officine di Bellinzona ha mostrato che un' altra visione e gestione della società è possibile. Non per niente si dice che l'unione fa la forza. Un ticino che lotta per un lavoro, per un salario minimo e per una prospettiva migliore per il futuro è l'unica via percorribile. Questo è il Ticino che voglio.

Perché dovremmo votarla?
Ho deciso di partecipare alle prossime elezioni cantonali nella lista Mps-Pc per portare altre idee e proposte nelle discussioni politiche che vengono proposte all'opinione pubblica. La vera politica e la sua messa in pratica rimane e rimarrà al di fuori delle mure del parlamento e dovrà essere fatta da tutti coloro che sognano un mondo migliore. “Quando si sogna da soli è un sogno, quando si sogna in due comincia la realtà.”

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