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Gran Consiglio - MpS-Partito comunistaFrancesco Sergi

14.02.11 - 15:05
Francesco Sergi

Sono nato a Faido nel 1989 e cresciuto a Bellinzona, dove ho frequentato il Liceo cantonale, con indirizzo classico. Dopo la maturità, nel 2008, mi sono iscritto alla facoltà di economia dell’università Panthéon-Sorbonne di Parigi, dove da quest’anno frequento il Magistero d’économia e econometria.
Un’altra mia passione, la letteratura, mi ha portato, tra le altre cose, a partecipare a due riprese al Premio Campiello giovani, dove sono stato premiato come finalista, nel 2005, e come miglior straniero, nel 2007.

Come è nata la passione per la politica?
Il mio impegno politico comincia poco prima dell’arrivo al Liceo, nel 2004, al momento delle grandi manifestazioni contro i tagli alla spesa pubblica e in particolare alla scuola, e prosegue negli anni seguenti attorno a questi temi. La passione nasce quindi dall’esperienza nei movimenti sociali, nell’azione collettiva, nella resistenza auto-organizzata; una passione che mi ha dato senza dubbio la più grande soddisfazione animando il movimento di solidarietà degli studenti, e dei giovani in generale, allo sciopero delle Officine di Bellinzona nel 2008. L’esperienza di questo sciopero, e del movimento popolare di sostegno che lo ha appoggiato, ha più che mai reso salda questa passione e questa convinzione, che continuo a praticare tutt’ora, per esempio durante la recentemente nella mobilitazione avvenuta in Francia contro la riforma delle pensioni.

Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
Per prossimità sociale mi interesso molto di scuola, di studenti, di formazione; in generale di giovani. Svolgo in questo senso anche un’attività sindacale, nell’Union des étudiants de France (UNEF) il principale sindacato studentesco francese, che conta oltre 20'000 aderenti.
Difendere e ampliare i diritti dei giovani, degli studenti come dei giovani lavoratori e apprendisti, è una lotta essenziale soprattutto in una prospettiva di garantire a ciascuno un futuro degno: degno dal punto di vista, certamente, culturale e civico e della realizzazione di sé, ma soprattutto dal punto di vista materiale. La formazione è una determinante garanzia sul mercato del lavoro. Garantire quindi un accesso, gratuito e universale, a un sistema di formazione interamente pubblico (dall’asilo all’università) è un principio che va per me difeso e che soprattutto va applicato (alcune correnti politiche amano infatti riempirsene la bocca e poi agire esattamente in senso opposto...). Come MPS-PC proponiamo a questo proposito, tra le altre cose, un ripotenziamento dei mezzi finanziari, delle infrastrutture e del personale (insegnante ma non solo: mense, doposcuola, etc.) nella scuola pubblica.

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
Si tratta in gran parte di problemi analoghi a quelli che si trovano ad affrontare le classi popolari di tutti i paesi d’Europa.
In primo luogo, la difesa del lavoro dagli interessi predatori del padronato: difesa del posto di lavoro, delle condizioni di lavoro (salario, tempo di lavoro, organizzazione del lavoro, dignità). In Ticino, questa difesa del lavoro deve passare attraverso un inversione di marcia rispetto alle politiche appoggiate fin qui da tutti i partiti politici al governo (bilaterali, sgravi fiscali alle aziende, laissez-faire) ; urge cioè una maggiore regolamentazione, un maggiore controllo e soprattutto maggiori diritti per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori. L’introduzione di un salario minimo legale, il divieto di licenziamento per motivi economici, la riduzione dell’orario di lavoro mi sembrano tre priorità per tutelare la dignità, le condizioni di vita e la salute della maggioranza della popolazione.
Il secondo problema importante è quello della formazione e cioè della garanzia di un futuro della mia generazione e delle successive, problema che ho citato prima.

Quale il Ticino del futuro che sogna
Non sogno, almeno non in politica; l’esperienza diretta mi ha mostrato che, quando una maggioranza della popolazione, di salariate e salariati, di giovani, si mobilita per difendere il proprio presente e il proprio avvenire, tutto diventa possibile. In questo senso, confido che, attraverso le lotte future, così come grazie al sostegno che le nostre proposte e le nostre idee potranno trovare durante questa campagna elettorale, il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici del Ticino possa essere migliore: nelle condizioni di vita, di salute e di lavoro, grazie a un mercato del lavoro regolamentato, a un servizio pubblico e sanitario gratuito e attento al paziente, a un sistema di formazione pubblico, universale, gratuito e valorizzato; migliore anche nelle condizioni ambientali in cui ci troviamo a vivere, grazie a una riduzione massiccia del traffico attraverso trasporti pubblici gratuiti e più efficienti, a una politica energetica responsabile e a una pianificazione territoriale che prenda in conto soprattutto gli aspetti ambientali e i bisogni di tutta la popolazione, e non gli interessi privati.

Perché dovremmo votarla?
Sostenere una lista che ha il pregio di proporre un programma radicalmente in opposizione alle politiche portate avanti finora dal Governo cantonale e dalla maggioranza del Parlamento (con i risultati che conosciamo), questo mi sembra già un ottimo motivo per votare la lista per cui mi presento. Io, come tutti gli altri candidati dell’MPS, sono profondamente convinto da questo programma e dalle sue proposte, che farò tutto il possibile per difendere, ben oltre la scadenza elettorale e così come ho fatto finora.

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