Michele Marinello, Vice Presidente Gruppo Consiliare Lega Nord Bossi Regione Piemonte
Ci sono tre topi. Anzi, tre ratti. Il primo si chiama Fabrizio, vive a Verbania, ma fa il piastrellista in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan. È rumeno. Non ha né un domicilio, né un lavoro. Il terzo si chiama Giulio. E come Tremonti è un avvocato italiano. Non è l’inizio di una barzelletta. E i tre animali sono i protagonisti della curiosa campagna lanciata oggi in Ticino.
La campagna di denigrazione dei frontalieri italiani che lavorano nel Canton Ticino, definiti sostanzialmente “ratti” è una porcata che va denunciata con forza.
Ci sono in atto due distorsioni inaccettabili: la prima, da oltre confine, è identificare nei lavoratori italiani che da decenni sono perfettamente integrati in terra elvetica un male della Svizzera da combattere. La seconda, tutta nostrana, è quella di accomunare questo tipo di iniziativa alla battaglia che la Lega Nord porta avanti da anni contro il fenomeno dell’immigrazione clandestina.
Qualcuno sta giocando con il fuoco: invocare la derattizzazione delle migliaia di lavoratori frontalieri che da anni stanno contribuendo alla ricchezza e allo sviluppo della vicina Svizzera è qualcosa di aberrante. Ai topi italiani, se continua questa solfa, potrebbero non piacere più il formaggio, il cioccolato, gli orologi e tutto quanto la Svizzera esporta in Italia.
“Chi cerca, poi, di fare un parallelo fra l’azione politica della Lega Nord e questa vaccata è squallido, politicamente scorretto e a corto di idee e programmi concreti.
Foto Ticinonline Manuel Meleleo