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CERNOBBIODavide Van De Sfroos: "Dall'operetta a Morgan, vi spiego cos'è il MOA"

13.09.10 - 11:32
Il direttore artistico del Salone della musica illustra i contenuti della tre giorni, con grandi ospiti ed eventi a 360°
Ti-Press Reto Albertalli
Davide Van De Sfroos: "Dall'operetta a Morgan, vi spiego cos'è il MOA"
Il direttore artistico del Salone della musica illustra i contenuti della tre giorni, con grandi ospiti ed eventi a 360°

CERNOBBIO – Tre giorni di grande musica sul Lago di Como. A partire da venerdì la prestigiosa cornice di Villa Erba accoglierà il MOA, il primo Salone della musica. Davide Van De Sfroos è il direttore artistico del MOA, quindi nessuno meglio di lui può spiegare il senso e le caratteristiche di questa manifestazione.

Ospiti importanti, una cornice prestigiosa: tre giorni ricchissimi di musica. In che modo la musica sarà protagonista?

Lo sarà in tutte le sue forme, con la presenza di musicisti, molti dei quali all'opera, ma anche tutto quello che sta dietro, di fianco e davanti alla musica. Ovvero un occhio sui talent show, le numerose conferenze, e si parlerà anche del settore discografico, del management. La musica, soprattutto, sarà presente in moltissimi generi, dall'operetta a Morgan, dai brani da hit parade fino ai generi alternativi.

Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta di essere il direttore artistico di questo evento?
La credibilità massiccia dell'esperimento. Ovvero portare sul mio territorio, in una cornice bellissima, una tre giorni così interessante, con libera scelta degli ospiti da invitare. Ci sono stati dei tentativi prima del MOA, di eventi che hanno animato il Comasco, ma questa è, per la grandezza dell'evento e per l'impegno delle moltissime persone che ci stanno lavorando, una ciliegina sulla torta.

Il cartellone presenta un programma ricco di eventi. Indicaci tre appuntamenti che secondo te non andrebbero persi assolutamente.
Tenuto conto che ognuno ha il suo genere di evento preferito, io indicherei tre nomi su tutti: Baustelle, Morgan e Nina Zilli. I Baustelle li conosco discograficamente, li ho incrociati e credo che siano degli artisti imperdibili, perché al momento rappresentano l'alternative italiano che è sbarcato in hit parade. Segno che chi vuole sentire musica alternativa lo può fare senza nascondersi nei bassifondi. Morgan, che magari ora è conosciuto più come personaggio televisivo, resta un ottimo e versatile musicista. M'incuriosisce molto Nina Zilli, della quale ho sentito solo il disco. M'interessa molto la sua voce, il suo modo di fare, e le canzoni vagamente demodé, ma che costituisce un punto forte del suo stile.

Inoltre c'è il tuo concerto, ovvero "Davide Van De Sfroos & Friends" (ovvero Syria, Max Pezzali, Mauro Ermanno Giovanardi, Frankie HI NRG e tanti altri).  
Il concerto è il tentativo di portare al MOA il progetto che ho intrapreso negli ultimi mesi, nel quale duettavo con artisti di vari generi, anche molto diversi dal mio. C'è la voglia di salire sul palco con loro e giocare, divertirsi. Tutti hanno dimostrato di sapersi gestire molto bene nel proprio repertorio, ma anche nel mio. Li vedremo spesso in forme insolite.

Tra i tuoi "Friends" ci sono anche i ticinesi Vad Vuc...
I Vad Vuc sono stati parte, con un brano, anche della mia ultima trasmissione radiofonica sulla RSI. Ero rimasto colpitissimo da un certo pezzo del loro ultimo disco, sia per il coraggio del testo sia per la maturazione degli arrangiamenti. Mi ricordo che, agli inizi, i Vad Vuc dichiaravano apertamente d'ispirarsi a noi, ai De Sfroos. Oggi non è più così: il gruppo è maturato, ha un amore viscerale per i suoni celtici, e ha nei testi, nell'esecuzione e nel dialetto ha una propria forza, coriacea, credibile ed assolutamente originale, e faccio a loro tanti complimenti.

Si parla spesso della crisi del mercato discografico, e spesso si dà la colpa a Internet. La Rete sta davvero distruggendo il mercato?
Dipende sempre da come si usa il Web. Personalmente non me la sento di condannare un ragazzino che vuole sentire la musica di un gruppo americano, che non ha soldi per prendere un disco, sapendo quanto costa, e lo scarica da Internet. Poi, in futuro, potrà prendere il cd, o la versione deluxe in vinile. Questo stato di cose deve far interrogare i discografici: la morte della musica è Internet, o è il mondo della musica che ha preso una piega per cui si sta suicidando da solo?
A me piace fare il nostalgico, con il vinile e il giradischi, anche se nello stesso tempo scarico tonnellate di musica da Internet, comprandola su iTunes. Non credo proprio che sia la morte della musica. In questo modo, di musica, ne ascolto tantissima.

red

Foto Ti-Press Reto Albertalli

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