La Procura comasca ha chiuso in questi giorni la fase preliminare dell'indagine, notificando ai tre indagati l'avviso di conclusione dell'inchiesta: l'accusa di introduzione e spendita nello Stato di monete falsificate è contestata a un imprenditore di Carimate (Como), Alessandro Santi e ai due cittadini giapponesi (Akihiko Yamaguchi e Mistuyoshi Watanabe, 51 e 61 anni) che furono fermati con i titoli in dogana. Da quanto ipotizza la conclusione dell'inchiesta, i due giapponesi erano diretti a Ginevra per incontrare con i bond falsi un gruppo di russi, che avrebbero contattato attraverso l'imprenditore italiano.
L'esclusione dell'autenticità dei bond - alcuni risalenti agli anni Trenta, altri invece dei 'Kennedy Bond' del 1998 - non è una buona notizia per lo stato italiano che, nel caso i titoli fossero stati genuini, avrebbe potuto contestare una sanzione amministrativa di quattro miliardi di euro.