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SVIZZERA / TICINOLa provocazione: "Alla Svizzera Como e Varese". Gobbi: "Province non integrabili"

21.05.10 - 17:43
La mozione parlamentare di un consigliere nazionale chiedeva la possibilità alle regioni e province confinanti con la Svizzera, in caso di richiesta, di poter aderire alla Confederazione. Il consigliere nazionale Norman Gobbi: 'Le infiltrazioni mafiose nell'economia di Como e Varese rendono impossibile l'integrazione'
Tipress / Carlo Reguzzi
La provocazione: "Alla Svizzera Como e Varese". Gobbi: "Province non integrabili"
La mozione parlamentare di un consigliere nazionale chiedeva la possibilità alle regioni e province confinanti con la Svizzera, in caso di richiesta, di poter aderire alla Confederazione. Il consigliere nazionale Norman Gobbi: 'Le infiltrazioni mafiose nell'economia di Como e Varese rendono impossibile l'integrazione'

BELLINZONA - Immaginatevi una Svizzera italiana con quasi due milioni di abitanti e una Svizzera con il Voralberg, l'Alto Adige, la Savoia e il Baden-Württemberg. E poi, oltre al Ticino e Grigioni Italiano, le province di Como e Varese. Che Svizzera sarebbe? La proposta del consigliere nazionale, lanciata dal consigliere nazionale Dominique Baettig, ha stuzzicato la fantasia di molti consiglieri nazionali, tra cui quella del leghista Norman Gobbi, che ha sottoscritto il testo della mozione inoltrata all'indirizzo del Consiglio federale.

Una mozione in cui si chiedeva di modificare la Costituzione al fine da poter invitare le regioni limitrofe ad aderire alla Confederazione. Una Svizzera che diventerebbe un mini potenza nel cuore dell'Europa, con 21 milioni e mezzo di abitanti.   

Sul senso della proposta, il Consigliere nazionale, ha spiegato che l'intenzione era squisitamente provocatoria: "Quella di Baettig è stata una provocazione e le due Province sarebbero – ora – difficilmente integrabili; il recente allarme per il propagarsi dei tentacoli mafiosi nelle aziende delle province a noi vicine, è un sintomo di come un’ipotetica integrazione è impossibile" 

Consigliere Gobbi, il consigliere nazionale Baettig ha chiesto di modificare la costituzione per permettere alle province e regioni di frontiera di aderire alla Confederazione. Lei, a quanto pare, ha appoggiato la sua proposta...
"Sì, l'ho sottoscritta perché credo sia un segnale da dare ai Paesi non federalisti".

La Confederazione ha risposto che sarebbe un gesto inopportuno e che i vicini potrebbero intenderlo come gesto provocatorio...
"Il rifiuto alla proposta era scontato".

Ma allora, con questa interrogazione, quale è stato il messaggio che si voleva lanciare al Governo?
Io l'ho considerata sotto il punto di vista ticinese. Sappiamo benissimo che le province lombarde, tra le più dinamiche e floride d'Italia, guardano a noi come esempio da seguire. Il nostro modello federalista permette di mantenere sul posto risorse e ricchezza prodotte. In Italia e, anche in Francia, le regioni periferiche non sempre hanno quell'autonomia che auspicherebbero, eccezion fatta per la Valle d'Aosta e l'Alto Adige.
 

A proposito di Alto Adige, nella lista delle regioni di frontiera si include Bolzano. Ora ci mettiamo a fare concorrenza agli austriaci?
Le realtà austriache e tedesche sono differenti rispetto a quelle francesi e italiane. Ovviamente la Provincia di Bolzano gode di uno statuto speciale che le permette di mantenere, a mo' di modello svizzero, le risorse in casa propria.

Guardando sempre alla nostra frontiera orientale, nel primo dopoguerra il Voralberg, con un referendum, chiese di entrare nella Confederazione, ma Berna rifiutò l'adesione per non compromettere gli equilibri religiosi della Svizzera. Con questa interrogazione non si è tenuto conto dell'aspetto dei delicati equilibri culturali e religiosi della Confederazione?
Se si considera che in Svizzera sono più numerosi i cittadini di origine balcanica rispetto a quelli ticinesi è normale che si potrebbe ragionare in altra ottica. A parte le battute, l'aspetto degli equilibri interni della Svizzera deve essere tenuto in seria considerazione, al di là di quello che sono le proscrizioni di diritto internazionale. Già con il congresso di Vienna, nel 1815, la Svizzera aveva rifiutato di prendersi la Savoia, proprio per non pregiudicare l'equilibrio tra germanofoni e francofoni.

Varese e Como insieme sfiorano, insieme, il milione e mezzo di abitanti...
"Ci metteremmo per lo meno, all'altezza degli altri. Avremmo lo stesso peso politico dei romandi. Senza considerare la forza economica delle due province. In tutti i casi, quella di Baettig è stata una provocazione e le due Province sarebbero – ora – difficilmente integrabili; il recente allarme per il propagarsi dei tentacoli mafiosi nelle aziende delle province a noi vicine, è un sintomo di come un’ipotetica integrazione è impossibile".

p.d'a.

Foto d'apertura: Tipress / Carlo Reguzzi

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