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AUSTRIAProposta shock: "Aboliamo la legge che vieta il nazismo"

05.03.10 - 17:52
La candidata alla presidenza Barbara Rosenkranz vuole l'abolizione del reato di apologia e nazismo. E in Austria scoppia la bufera
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Proposta shock: "Aboliamo la legge che vieta il nazismo"
La candidata alla presidenza Barbara Rosenkranz vuole l'abolizione del reato di apologia e nazismo. E in Austria scoppia la bufera

VIENNA - Bufera in Austria, a colpi anche di denunce, per la scesa in campo per le presidenziali di aprile di una candidata del partito di estrema destra Fpoe, Barbara Rosenkranz, fautrice dell'abolizione della legge che vieta l'apologia e il ripristino del nazismo.

Consigliere comunale nella Bassa Austria, madre di dieci figli e sposata con un notorio estremista, la Rosenkranz (51 anni) si batte per l'abolizione della legge che rappresenta un caposaldo della Costituzione repubblicana, e punisce severamente reati come la negazione dell'Olocausto. Oltre a un mare di proteste, inclusa quella della comunità ebraica in Germania, è arrivata anche una denuncia di un avvocato viennese per apologia di reato cui la Fpoe ha reagito con contro-denuncia per diffamazione.

Finora la campagna per le presidenziali del 25 aprile era piuttosto sonnolenta, sia perché il presidente in carica, il socialdemocratico (Spoe) Heinz Fischer, non ha rivali, sia perché l'altro grande partito austriaco, il Partito popolare (Oevp), ha deciso di non presentare nessun candidato. La musica è cambiata con la decisione della Fpoe - il partito liberal nazionale di estrema destra dell'ex leader Joerg Haider (morto nel 2008), cui era succeduto nel 2005 Heinz-Christian Strache (più radicale) - di lanciare la Rosenkranz nella corsa per l'Hofburg.

Di colpo la campagna si è riscaldata al punto che i media fanno paralleli con il caso Kurt Waldheim, l'ex segretario generale Onu, di cui emersero capitoli taciuti sui suoi trascorsi nazisti alle presidenziali nell'86, che poi vinse.

Appena candidata, la Rosenkranz ha rilanciato il suo cavallo di battaglia: annullare, invocando la difesa del diritto alla libertà di opinione, la legge che vieta l'apologia, l'ideologia e la rinascita del nazismo in Austria. Coro di critiche dai partiti di governo (Spoe-Oevp) e dai Verdi, per i quali la Rosenkranz è intollerabile come candidata alla massima carica istituzionale. Ampio spazio anche sulla stampa che sottolinea come, con tanti giri di parole, la candidata ha sempre evitato una chiara condanna dell'Olocausto.

"Le camere a gas?: bisogna accettare le opinioni assurde", titolava la "Presse", citando una sua risposta fumosa sulla Shoa. Anche il placido Fischer ha perso la pazienza e invocato "un fuoco di sbarramento" contro il nazismo: "chi si riconosce nella Seconda Repubblica non può né approvare, né lodare, né glorificare quel che è successo durante la guerra", ha tuonato il presidente.

Per l'Archivio di documentazione della resistenza austriaca (Doew), la Rosenkranz, sposata al noto esponente neonazista Horst Jakob (con cui ha dieci figli dai nomi squisitamente germanici come Hedda, Volker, Hildrun), è di sicuro ascrivibile "a un ambiente di estrema destra". Nella Fpoe i confini con l'estremismo, che "con Haider, nonostante tutto, erano rispettati", sono sempre più spesso travalicati.

"Preoccupato" anche il Consiglio Centrale degli ebrei in Germania: "non è un incidente di percorso" ma l'ennesimo esempio della "deriva estremista" in Europa, un trend dove l' Austria ha "purtroppo un ruolo leader", ha detto il segretario generale Stephan Kramer. Il noto avvocato viennese Georg Zanger ha sporto ieri denuncia contro la candidata per violazione della legge sul nazismo, e la Fpoe lo ha denunciato per diffamazione.

"La campagna presidenziale si fa brutale",il "caso Rosenkranz diventerà il caso Waldheim 2", profetizza oggi il tabloid "Österreich". A differenza di Waldehim, la Rosenkranz non ha chance di vincere, ma, come lui, rafforza il dubbio che l'Austria non abbia mai fatto fino in fondo i conti col proprio passato.

ats/ansa

 

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