Cerca e trova immobili

ITALIA / SLOVENIALa provocazione "Trieste è nostra", polemica per il film sloveno

30.10.09 - 14:59
None
La provocazione "Trieste è nostra", polemica per il film sloveno

TRIESTE - Il 3 novembre 1953 le truppe alleate tolgono la bandiera italiana che sventolava sul Municipio triestino. E' rivolta. Un gruppo di giovani triestini scende in piazza cantando l'inno nazionale. Si chiede di rimettere la bandiera, lì dov'era. Ma gli occupanti, gli inglesi comandati dal maggiore inglese Callaghan, intervengono e caricano la folla. I dimostranti reagiscono. E' scontro. Tanti triestini scendono in piazza rivendicando la propria appartenenza all'Italia. La protesta dilaga e i triestini sventolano i tricolori. La polizia apre il fuoco. Scorre il sangue. Numerosi i feriti. Sul selciato i corpi senza vita di Saverio Montano, Francesco Paglia, Pierino Addobbati, Leonardo Manzi, Erminio Bassa, Antonio Zavadil, tutti ricordati con la Medaglia d'Oro al Valor Civile dall'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La storia di Trieste, ai confini di una continuità adriatica italiana spezzata dalla vittoria dei partigiani di Tito nella Seconda Guerra Mondiale, torna di attualità.

In questi giorni in Slovenia sta per uscire un film da un titolo che risuscita vecchie ferite nella Trieste italiana. "Trst je nas", Trieste è nostra, una fiction di produzione slovena ambientata durante il periodo della guerra di Liberazione jugoslava. Ricompaiono le bandiere jugoslave, le stelle rosse, i partigiani di Tito. Che puntano su Trieste.

Il presidente dell'Unione degli istriani, Massimilano Lacota ha inviato una nota di protesta al Ministero degli Esteri per i contenuti degli spot pubblicitari "non solo contrari allo spirito di pacifica convivenza e di rispetto reciproco, ma addirittura apertamente minacciosi e incitanti all'odio razziale".

Il film, però, secondo David Tercon, responsabile delle attività culturali di Casa Kosovel, è una parodia che prende in giro anche gli stessi partigiani. Si svolge ai giorni nostri e inscena la stranezza di un gruppo di adulti che fa giochi di guerra.

L'autore è un giovanissimo regista sloveno, Ziga Virc che sta completando la tesi di laurea in regia cinematografica e televisiva. Come si legge sul sito di Repubblica.it nelle recensioni sui siti web si legge che il film, in bianco e nero, è stato girato in 16 millimetri e dura 27. Il sottotitolo è: "La battaglia che non c'è stata". "Si tratta di un film breve - viene illustrato - in cui vengono raccontati temi diversi come il conflitto generazione, la nostalgia per la lotta di liberazine nazionale jugoslava, il conflitto con le attuali autorità.

Il film - si legge ancora in Internet - è ambientato ai giorni nostri e un gruppo di uomini con le divise dei partigiani di Tito guidati dal protagonista, Franco decide di ”liberare” Trieste e di aggiustare le ingiustizie della Seconda guerra mondiale. Ma ciò non va a genio alla moglie di Franco, Maria, che rimane così a lavorare da sola in azienda, mentre il marito gioca ai tedeschi e ai partigiani. Irrompe poi nella vicenda la polizia slovena con il comandante Brane, amico di Franco, che decide però di non consentire più la messa in scena di queste battaglie. Ma Franco non si ferma perché ciò che lo preoccupa sono gli insegnamenti da trasmettere alla giovane generazione e segnatamente a sua figlia Mateja che teme non abbia modo di apprendere i valori della Resistenza che dovrebbero essere trasmessi di generazione in generazione. Franco perciò dona a Mateja l’uniforme di Tito. Come reagirà Mateja e da che parte si schiererà?»

Per saperlo bisogna vedere la fine del cortometraggio. Quello che è già tragicamente noto è l’esito dell’occupazione di Trieste del ’45, quella vera, che causò migliaia di assassinii, infoibamenti e deportazioni.

 


 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE