TICINOMorti nell'area di sosta, i Senza Voce chiedono l'intervento del Governo

BELLINZONA - "Non siamo competenti in materia". E' con questa motivazione che il Consiglio di Stato rispose ai "Senza voce" a una segnalazione dello scorso anno in cui si richiedeva alle autorità cantonali l'apertura straordinara di un centro della Croce Rossa per accogliere i cittadini ecuadoriani nel nostro cantone.

La tragedia di ieri ha prepotentemente riaperto la discussione sulla situazione di precarietà in cui vivono alcune famiglie provenienti dalle Americhe presenti sul nostro territorio durante il periodo invernale. Con una lettera indirizzata al Governo il Movimento dei senza voce chiede che si rifletta sulla condizione dei migranti che, con i NEM e i richiedenti asilo con termine di partenza scaduto, sono esposti ai pericoli dell'inverno e alla morte che hanno trovato ieri i due ecuadoriani in un piazzale di sosta autostradale. "Non vogliamo che Marta e Enrique - si legge nella missiva - siano morti invano, vogliamo che la loro morte sia un monito per quanto deve essere ancora fatto a favore dei senza fissa dimora".

Il Movimento dei Senza Voce, promotore di Casa Astra, formula al Consiglio di Stato due richieste. La prima concerne le misure che il Governo cantonale intende adottare in futuro per le situazioni di emergenza riguardanti le persone senza fissa dimora. "Casa Astra - si legge - è una struttura privata e con i suoi pochi posti letto non è in tutta evidenza sufficiente per coprire le attuali esigenze".

La seconda richiesta riguarda il rimpatrio delle salme dei due ecuadoriani. Il Movimento dei Senza Voce chiede che sia il Consiglio di Stato a volersi assumere l'onere del rimpatrio delle salme al loro domicilio e che venga dato aiuto ai familiari ancora presenti in Ticino a trovare alloggio durante l'attesa che li separa dal rientro".