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TICINONessun futuro per il turismo invernale, Airolo sopravvive grazie allo Stato

25.09.08 - 13:56
Nessun futuro per il turismo invernale, Airolo sopravvive grazie allo Stato
BELLINZONA - E' stato presentato questa mattina a Palazzo Orsoline lo studio di Grischconsulta, società di consulenza grigionese che, su commissione del Governo, ha tracciato una radiografia del turismo invernale in Ticino. Non è un quadro idilliaco e carico di speranze quello che ne è emerso. Il professor Roland Zegg, direttore della società, ha illustrato i risultati dello studio alla presenza del presidente del Consiglio di Stato Marco Borradori, della direttrice del DFE Laura Sadis.

Sono stati quattro i scenari presentati dal professore. Si diceva di scenari poco rosei per far affari con il turismo in Ticino. Se si prendono in considerazione i scenari ipotizzati dallo studio, si evince evidentemente che il primo, quello dell'abbandono delle attività invernali alpine, è quello "dal punto di vista economico e imprenditoriale il più logico".

Lo studio infatti evidenzia una situazione attuale insostenibile: l'esplosione dei costi e l'aumento della concorrenza crea inevitabili difficoltà gestionali. "Economicamente ed ecologicamente non ha più senso gestrire delle destinazioni invernali in Ticino: ci sono solo perdite". Il documento inoltre evidenzia la incisività dei cambiamenti climatici in Ticino. Ma non solo. Non esistono Business Plan realistici. A partire da Carì e Bosco Gurin, dove investimenti onerosi e risanamenti finanziari sono destinati a fallire. Fallimenti per le stazioni invernali ticinesi sono inevitabili in quanto l'attività non riesce a creare i redditi per gli investimenti di sostituzione necessari. Per capire quanto sia difficile la situazione, Grischconsulta ha calcolato che per ottnere una creazione di valore lorda totale di 5 milioni di franchi, in Ticino si accettano perdite di 7 milioni di franchi. Le aziende producono una perdita reale di 100.000 franchi per ogni posto di lavoro a tempo pieno all'anno. Ciò vuol dire che allo stato e ai privati costerebbe considerevolmente meno stipendiare direttamente i 91 dipendenti del settore, piuttosto che per il tramite delle attività delle destinaziopni invernali.


Il compromesso politico

Nel secondo scenario Grischconsulta propone di concentrare su una stazione principale, quella di Airolo, le attività invernali con un investimento pari a 15 milioni di franchi. "Carì, Nara e Bosco Gurin devono obbligatoriamente interrompere l'attività invernale cosicchè Airolo possa recuperare 40mila (circa il 50%) dei primi passaggi odierni di queste stazioni invernali. Airolo comunque potrebbe sopravvivere grazie a contributi pubblici annuali di circa 800mila franchi, vincolati al rispetto di chiare direttive. Per tutte le altre stazioni l'attività può continuare, ma senza sussidi.
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