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TICINOVotazione a 16 anni? Un voto che divide. Bignasca favorevole, gli altri ancora scettici

04.05.07 - 07:28
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Votazione a 16 anni? Un voto che divide. Bignasca favorevole, gli altri ancora scettici


BELLINZONA - Il Consiglio dei ministri austriaco ha già approvato l'abbassamento dell'età per il diritto di voto da 18 a 16 anni. A Glarona si deciderà domenica e nel Canton Berna, il governo cantonale ha sottoposto al Gran Consiglio di approvare una mozione socialista in questo senso.

La motivazione espressa dall'esecutivo bernese è la seguente: "grazie alla loro educazione e alle possibilità di informazione, i 16enni sono capaci di giudicare e sono politicamente maturi". La discussione è quindi aperta, anche perché negli ultimi anni da più parti si vorrebbe abbassare anche la soglia di punibilità dei giovani davanti alla legge.

Cosa pensano i presidenti dei partiti ticinesi sul voto a 16 anni? Finora l'argomento non è stato ancora inserito nell'ordine del giorno, ma se Giuliano Bignasca si dice "favorevole" e Paolo Clemente Wicht categoricamente contrario, gli altri esponenti non si sbilanciano, ma riconoscono la valenza politica della discussione.

Paolo Clemente Wicht (UDC), come detto, si dice personalmente contrario: "La mia contrarietà non è un atto di sfiducia nei confronti dei giovani, ma ritengo che gli oggetti in materia di votazione siano sempre più complessi". Il diritto di voto, sempre secondo il presidente dell'UDC, è cosa seria: "L'atto deve essere pienamente compreso e trovo che 18 anni sia un'età giusta per poter cominciare a capire profondamente le tematiche politiche".

Giovanni Merlini (PLRT) non vede un'urgente necessità di chinarsi su questo tema e resta freddo all'idea di vedere un domani 16enni alle urne: "Di primo acchito sono tendenzialmente scettico, la discussione mi sembra un po' prematura. Qualche anno fa, avevamo fatto la battaglia per la diminuzione ai 18 anni e mi sembra che questa età sia proprio la soglia minima. Non mi sembra poi che nel cantone ci si stia sbracciando per poter votare a 16 anni".

Fabio Bacchetta-Cattori (PPD) chiede una riflessione più approfondita, ma comunque è favorevole ad aprire il dibattito anche a livello cantonale: "Se a livello nazionale e internazionale se ne sta discutendo è giusto anche da parte nostra capire il perché si sia aperto questo dibattito e l'argomento potrebbe essere oggetto di riflessione anche da noi. Sono interessato a conoscere le argomentazioni dibattute finora a Berna e a Glarona e sarebbe interessante fare un approfondimento. Da noi il problema non si è ancora posto, ma è anche vero che le schede senza intestazione sono state scelte da un ticinese su 5 - tra cui molti giovani - e tutto ciò ci obbliga a riflettere".

Melitta Jalkanen, presidente dei Verdi propone un'interessante analogia: "Le ragioni portate avanti dai sostenitori dell'abbassamento a 16 anni sono fatte in perfetta buona fede. Essi dicono che è giusto coinvolgere i giovani, come è giusto coinvolgere gli stranieri nelle decisioni politiche. Quello che gli inglesi chiamano empowerement, e cioé dare più responsabilità anche a chi non ancora ne ha, non mi vede così convinta: non è detto che abbassando l'età di voto o  dando il diritto di voto allo straniero si trovi la ricetta magica per coinvolgere di più i giovani e gli stranieri alla vita sociale e politica. Atttenzione, bisogna poi sfatare il mito che vuole la sinistra promotrice di questo tipo di proposte: secondo le statistiche lo straniero neo-naturalizzato vota destra per il semplice fatto che lo straniero vota quello che votava a casa. E in genere chi emigra è colui che ha fiducia piu nelle proprie capacità che in quelle dello stato. Ritornando al voto ai 16enni, per i Verdi l'abbassamento di voto non rientra nelle  priorità attuali, ma se lo si volesse fare non mi opporrei. Dico anche che comunque ci sono altre possibilità per coinvolgere i giovani alla politica, come per esempio i forum giovanili. Dobbiamo cominciare noi adulti a fare una politica più seria e onesta e quindi a dare il buon esempio. I giovani sono molto rigorosi e sono molto attenti anche alle brutture delle politica. Sono molti i giovani del parere che se il voto servisse a cambiare veramente le cose, sarebbe illegale. Bisogna ridare credibilità al sistema. Non serve a niente dare il diritto di voto ai più giovani, se sono essi stessi a rifiutare la politica".

Manuele Bertoli (PS), infine sembra essere favorevole al diritto di voto agli under 18 ed esprime la sua fiducia nei confronti dei giovani, anche se è del parere che è proprio dai giovani che deve arrivare questo tipo di istanza: “Credo che sicuramente questo è un argomento sul quale si potrebbe discutere. A 16 anni i ragazzi sono già abbastanza maturi e possono riuscire ad esprimere un voto, poiché hanno abbastanza strumenti per essere degli elettori compiuti. Qualora ci fosse un interesse e una richiesta che viene dai giovani è giusto che la cosa sia sondata”.


 

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