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EURO 2012Casillas, quando un gesto vale più di una vittoria

03.07.12 - 09:23
L'estremo difensore iberico ha dimostrato sul campo il valore di uno dei principi morali cardini del mondo del calcio: il rispetto dell'avversario nel momento della gloria
Keystone
Casillas, quando un gesto vale più di una vittoria
L'estremo difensore iberico ha dimostrato sul campo il valore di uno dei principi morali cardini del mondo del calcio: il rispetto dell'avversario nel momento della gloria
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KIEV (Ucraina) - Nel calcio bisogna saper vincere, ma anche perdere. I veri campioni si riconoscono in entrambe le circostanze; lacrime di gioia o di disperazione, non devono mai sfociare in atteggiamenti provocatori o in scene da far west in caso di sconfitta, come purtroppo a volte accade ancora oggi.

Nel campionato inglese – complimenti a loro – sono tantissimi gli episodi di squadre che retrocedono al termine di un campionato e, nonostante questo, i giocatori vengono osannati e chiamati a gran voce sotto la curva dai propri sostenitori. Come non ricordare i tifosi irlandesi che, dopo la sconfitta all’Europeo patita contro la Spagna – un perentorio 0-4 – hanno comunque gioito e cantato per la loro nazionale, felici di esser arrivati tra le prime 16 squadre continentali?

Anche questo si chiama “rispetto”. E lo slogan “Respect”, da anni è il cavallo di battaglia della UEFA che, con ogni mezzo, cerca di combattere qualsiasi forma di discriminazione sul campo e sugli spalti. Come dicevamo, questo rispetto va dimostrato anche dai giocatori stessi, anche nei momenti di giubilo.

In merito a questa tematica, tanto di cappello va fatto al portiere, non che capitano, della Spagna Iker Casillas, per il suo comportamento tenuto sul finale dell’atto conclusivo di Euro 2012, quando la sua formazione si trovava in vantaggio per 4-0, dominando l’avversario ridotto in 10 uomini e con le gambe e i muscoli paralizzati dalla fatica. Casillas, cercando di richiamare l’attenzione di uno degli assistenti di porta, ha invocato il “Rispetto per gli avversari”, chiedendo di interrompere i minuti di recupero e di sancire la fine della partita, evitando all’avversario un’umiliazione totalmente ingiusta.

Sicuramente ci saranno coloro che vedranno in quest’atteggiamento un qualcosa di negativo, o un segno di rivalsa e di superiorità verso l’avversario sconfitto, ma a noi piace pensare il contrario. Bisogna saper perdere, ma anche nella vittoria è giusto restare delle persone di sani principi.

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