Il graffito diventa arte vera e abbellisce la città
LUGANO - L’arte urbana o street art sta prendendo piede anche da noi. C’è chi questa passione la fa in piena legalità, rendendola un lavoro vero e proprio.
Pablo Togni e Christian Rebecchi, meglio conosciuti nell’ambiente come Nevercrew, praticano da anni l’arte del graffito. Hanno sempre dipinto dentro i limiti della legalità. Una mosca bianca nel panorama underground o i tempi sono cambiati?
«I primi a praticare questo genere di arte – ci dicono – non erano artisti riconosciuti dalla comunità dell’epoca e dovevano per forza lavorare nell’illegalità. Poi son cambiati i tempi e tutto si è esteso modificandosi in modo sostanziale. Noi abbiamo sempre avuto la fortuna di avere a disposizione degli spazi sia privati che pubblici. Probabilmente non abbiamo lo stimolo e nemmeno la necessità di fare qualcosa al di fuori della legge. Inoltre la nostra tecnica ci porta a lavorare in modo molto lento e questo non si addice a un modo di lavoro rapido come può essere quello di fare graffiti in posti non autorizzati». E per chi non rispetta la legge? «Se l’idea è solo deturpare non la trovo interessante. È difficile comunque giudicare tutti sotto un’unica categoria. Sono diverse le culture interne al mondo che circonda i graffiti o la street art». In Ticino questo movimento comincia solo ora a prendere piede. «L’ambiente poco urbano e una mentalità molto residenziale non dà la possibilità di creare spazi. Prevale alle nostre latitudini un concetto di pulizia, di ordine, dove non ci sono fabbriche fatiscenti o luoghi simili dove dare sfogo all’arte senza recare disturbo a nessuno. Qualcosa sta cambiando da quando la street art è entrata in gallerie prestigiose e alcuni musei sparsi nel mondo hanno aperto le porte anche agli artisti della bomboletta».