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Con l'incendio polveri fini e finissime oltre 20 volte i livelli consentiti

MENDRISIOCon l'incendio polveri fini e finissime oltre 20 volte i livelli consentiti

02.12.16 - 17:24
Dati impressionanti quelli registrati dall'Osservatorio Ambientale della Svizzera Italiana. Solcà: «Non un bagno di salute, ma escluse conseguenze»
tipress
Con l'incendio polveri fini e finissime oltre 20 volte i livelli consentiti
Dati impressionanti quelli registrati dall'Osservatorio Ambientale della Svizzera Italiana. Solcà: «Non un bagno di salute, ma escluse conseguenze»

MENDRISIO - «Non sono sicuro che sia un record, ma basta guardare i dati per capire che quanto avvenuto questa notte è certamente eccezionale». Nicola Solcà, capo dell'Ufficio gestione dei rifiuti ambientali e del suolo, commenta così lo stato dell'aria nel Mendrisiotto a seguito dell'incendio nel deposito di pneumatici a Mendrisio, in via Campagna Adorna.

I numeri vengono snocciolati dall'Osservatorio Ambientale della Svizzera Italiana. E parlano da soli. All'1:15 di notte il punto di rilevamento di Mendrisio segnava un livello di PM10 (polveri fini) nell'aria di soli 23 µg/m3. Poco dopo l'impennata. Un primo picco viene registrato alle 3:15: ben 784 µg/m3. Non sarebbe stato il più alto. Un'ora dopo, infatti, il gravito raggiunge i 1'105 µg/m3. Oltre venti volte il livello consentito.

Per non parlare delle polveri finissime, le PM2,5. Anche in questo caso la curva schizza verso l'alto raggiungendo i 1'034 µg/m3, sempre alle 4.15. Per poi calare gradualmente nel corso della mattinata.

«Non un bagno di salute, ma escluse conseguenze» - «Fortunatamente - sottolinea Solcà - nella gravità della situazione alcuni fattori ci sono venuti incontro». Uno di questi è sicuramente l'orario in cui si è verificato l'incendio: «Il fatto che sia successo di notte ha permesso una minor esposizione agli inquinati. La maggior parte delle persone era riparata in casa». Un secondo fattore è stato quello della durata del picco: «Già alle 6 di mattina - spiega il capo dell'Ufficio gestione dei rifiuti ambientali e del suolo - la situazione era praticamente rientrata».

Per Solcà, insomma, non è il caso di fare allarmismi: «Certamente non è stato un bagno si salute, ma sono improbabili delle conseguenze dal punto di vista sanitario».

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