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«Così abbiamo salvato nove ettari di selva castanile»

LAVIZZARA«Così abbiamo salvato nove ettari di selva castanile»

03.04.17 - 08:02
Il progetto, promosso dal Centro natura Vallemaggia e curato dal 31enne agricoltore Ivan Mattei, rilancia il lavoro e il turismo nella valle
20 minuti/tio.ch
«Così abbiamo salvato nove ettari di selva castanile»
Il progetto, promosso dal Centro natura Vallemaggia e curato dal 31enne agricoltore Ivan Mattei, rilancia il lavoro e il turismo nella valle

LAVIZZARA – Il recupero di una selva castanile di circa nove ettari. È il progetto che da un paio d’anni sta portando avanti il Centro natura Vallemaggia a Veglia, frazione di Lavizzara. Un’operazione gestita sul campo da Ivan Mattei, agricoltore di 31 anni. «Si tratta di un’iniziativa che mira al salvataggio di un importante patrimonio boschivo – dice – non solo: sta dando lavoro a diverse imprese della valle. E, grazie alla creazione di un sentiero didattico, porterà nuovo turismo e interesse nella regione».

Un bosco che stava cadendo in rovina. Ripulito grazie al bestiame al pascolo e all’impegno di operai e contadini. «Saranno salvati complessivamente tra i 150 e i 200 alberi di castagno – spiega Mirko Zanini, uno dei coordinatori del progetto – ma sono stati salvati anche diversi muretti a secco. E stiamo impedendo che un vecchio mulino cada in disuso. C’è un discorso storico da fare, non solo naturalistico. I lavori saranno ultimati verosimilmente entro il 2019».

Mattei, come allevatore, è entusiasta. «I nostri animali hanno bisogno di ampie superfici in cui trovare l’erba da mangiare». Al 31enne di Piano di Peccia toccherà il compito di mantenere l’ordine su tutta la superficie. «Con la mia azienda agricola, mi occuperò della pulizia, ma anche della cura delle piante».

Il caso di Veglia rappresenta uno dei tanti progetti di recupero boschivo in corso nella Svizzera italiana. L’investimento totale per l’operazione ammonta a circa 600'000 franchi. Una cifra considerevole. «Le spese sono coperte da sponsor pubblici e privati – sottolinea Zanini – enti e fondazioni che credono in questa opera. Il territorio, in fondo, fa parte della nostra storia e della nostra cultura».

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