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A Lugano si cresce bene, parola di Juve

TORINOA Lugano si cresce bene, parola di Juve

15.11.16 - 06:00
Federico Cherubini, Direttore sportivo di Primavera e prestiti alla Juventus, ci ha raccontato del proficuo rapporto tra i bianconeri torinesi e quelli ticinesi: «Ci auguriamo si possa continuare»
Ti-Press
A Lugano si cresce bene, parola di Juve
Federico Cherubini, Direttore sportivo di Primavera e prestiti alla Juventus, ci ha raccontato del proficuo rapporto tra i bianconeri torinesi e quelli ticinesi: «Ci auguriamo si possa continuare»
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LUGANO - Zoran Josipovic, Anastasios Donis, Lorenzo Rosseti: cosa hanno in comune questi tre attaccanti, passati (l'ultimo ancora c'è) a Lugano nelle ultime stagioni? Il bianconero è un comune denominatore per loro e non solo per l'esperienza a Cornaredo: tutti infatti, prima di battersi per i tifosi ticinesi, sono cresciuti, si sono messi in mostra, nel Settore giovanile della Juventus.

Juventus, Lugano, qual è il legame?
Perché tanti giovani formatisi nel club campione d'Italia trovano spazio alle nostre latitudini?
«La collaborazione, sviluppatasi negli ultimi tre anni, nasce dall'incontro tra persone - ci ha raccontato Federico Cherubini, direttore sportivo di Primavera e prestiti alla Juventus - Abbiamo un ottimo rapporto con il presidente Angelo Renzetti e con i suoi collaboratori. E questo è il presupposto di base per poter lavorare insieme».

Perché una parte dei tanti ragazzi che avete in giro per il mondo finisce proprio a Lugano?
«Perché sappiamo di avere a che fare con un partner affidabile. Sappiamo che lì i nostri possono mettersi in vetrina confrontandosi con un campionato in crescita. Poi si deve tenere conto della vicinanza geografica e della lingua: il fatto che, pur trattandosi di estero, a Lugano si parli italiano, è un vantaggio enorme: rende molto più semplice l'adattamento alla nuova realtà».

Non sarebbe meglio per voi dirottare i vostri tesserati che devono farsi le ossa nella bassa Serie A o in Serie B?
«Le statistiche, che negli ultimi anni stiamo studiando a fondo, dicono di no per diversi motivi, non per ultimo le normative particolari presenti nel nostro paese. Il sistema italiano penalizza infatti il prestito. Vi faccio un esempio: nel caso dovessimo cedere un giocatore in Lega Pro, saremmo obbligati a pagare per intero il suo stipendio indipendentemente dal fatto che sia utilizzato o meno. La Serie B, invece, è un campionato nel quale ci sono grandi pressioni e quindi poco adatto allo sviluppo dei giovani. Per questo abbiamo aperto all'estero».

Josipovic-Donis-Rosseti. Ne seguiranno degli altri?
«Per conto nostro speriamo, ci auguriamo, che la collaborazione possa svilupparsi e anzi consolidarsi».

Guarda il video dell'intervista completa a Federico Cherubini

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