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CANTONEAl Boschetto Ciani come in Islanda, stasera è il momento dei Vök

28.07.17 - 10:00
Nell'ambito del Roam Festival (LongLake Lugano), oggi alle 23.15, al Boschetto Ciani, dopo Rocky Wood si esibiranno gli islandesi Vök
Al Boschetto Ciani come in Islanda, stasera è il momento dei Vök
Nell'ambito del Roam Festival (LongLake Lugano), oggi alle 23.15, al Boschetto Ciani, dopo Rocky Wood si esibiranno gli islandesi Vök

LUGANO - Un progetto dream pop oriented venuto alla luce a Reykjavik nel 2013 dal sodalizio di Andri Már Enoksson (sax, synth) e Margrét Rán Magnúsdóttir (voce, synth), ai quali, nel corso degli anni, si sono aggregati Ólafur Alexander Ólafsson (chitarra, basso) ed Einar Hrafn Stefánsson (batteria).

Dopo la realizzazione di due ep di ottima fattura - “Tension” (Record Records, 2013) e “Circles” (Record Records, 2015) -, lo scorso 28 aprile il gruppo ha dato alle stampe “Figure” (Record Records), il primo album: una produzione ammaliante, costruita al di sopra di strutture electro e metamorfosi melodiche, costanti ed estemporanee.

Margrét, raccontami la nascita del progetto…

«Io e Andri ci siamo conosciuti a scuola. Io avevo quindici anni, lui diciotto. Abbiamo iniziato a scrivere le prime cose subito dopo avere scoperto di seguire pressoché i medesimi gruppi… Nel 2013, poi, malgrado inizialmente non avessimo canzoni finite con cui partecipare, abbiamo vinto il Músíktilraunir, un contest che dal 1982 si tiene annualmente in Islanda».

Per “Vök” non sono riuscito a trovare una traduzione… Nemmeno in inglese…

«Non esiste… “Vök” è un termine onomatopeico… Hai mai provato a frantumare una lastra di ghiaccio?».

Sì, certo…

«Il suono che senti è molto simile a quello che si emette pronunciandolo correttamente…».

Cosa vuoi dirmi dei due ep?

«“Tension”, il primo, ha preso forma subito dopo il contest, negli istanti in cui io e Andri ci stavamo avvicinando alla programmazione… Alcune registrazioni, tra l’altro, sono state effettuate tra le mura di casa… “Circles”, invece, è un esperimento sviluppato in studio di registrazione, ed è la prima produzione a cui ha preso parte Ólafur. Einar, per ora, ha lavorato soltanto a “Figure”...».

Raccontami il processo di lavorazione dell’album, “Figure”, appunto…

«Per la prima volta ci siamo affidati a un produttore, a Brett Cox. Gli avevamo spiegato che avremmo voluto realizzare un disco organico e, rispetto ai due ep, un po’ più ruvido… Ed è ciò che grazie a lui, dal mio punto di vista, siamo riusciti a fare…».

Cosa vuoi dirmi dei testi?

«Narrano emozioni…».

Quali, secondo te, le maggiori influenze musicali confluite in “Tension”, “Circles” e ora in “Figure”?

«Durante il processo di lavorazione di “Tension” ascoltavamo trip hop: Portishead, Massive Attack... “Circles”, invece, credo sia stato prevalentemente influenzato dai nostri ascolti dream pop oriented, prevalentemente di Kandinsky e di M83… Cosa posso dirti di “Figure”? “Figure” è l’amalgama di tutto quanto…».

Info: vok.is

Prevendita: biglietteria.ch

 

 

 


 

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