Cerca e trova immobili
«Ieri ho vinto Sanremo, ma oggi sono finalmente libera»

LUGANO«Ieri ho vinto Sanremo, ma oggi sono finalmente libera»

11.07.17 - 06:01
Ha una canzone che è rimasta nella storia della canzone: "Sarà quel che sarà". Tiziana Rivale torna con due cd e ci parla del suo ieri, dell'oggi e del domani. «L'Italia? Un paese di raccomandati»
Internet
«Ieri ho vinto Sanremo, ma oggi sono finalmente libera»
Ha una canzone che è rimasta nella storia della canzone: "Sarà quel che sarà". Tiziana Rivale torna con due cd e ci parla del suo ieri, dell'oggi e del domani. «L'Italia? Un paese di raccomandati»

LUGANO - "Sarà quel che sarà", è una di quelle canzoni italiane che conoscono tutti. Vinse Sanremo nel lontano 1983. L’interprete è Tiziana Rivale, una cantante che da quel Sanremo non si è fermata mai. È passata dalla canzone italiana, al rock - la sua vera passione - e poi la dance music, il blues, e le numerose ospitate nelle trasmissioni di Paolo Limiti.  Oggi ritorna sul mercato italiano con un cofanetto molto curioso: due cd, il primo contiene la ristampa con arrangiamento nuovi di un suo Lp del 1986 “Contatto”, album questo molto amato dai fans, l’altro un cd di successi accompagnati da due inediti “La busta” e “Più forte”.

«È stato il mio produttore, Latlantide,  a propormi il cofanetto” ci racconta Tiziana Rivale. “Da anni produco la mia musica all’estero, ed era arrivato il momento di fare qualcosa anche per il mercato italiano. Contatto era un album molto ricercato dai miei fans, nonché dai collezionisti. Sono stati rifatti  gli arrangiamenti in una chiave nuova e io ho ricantato le canzoni. I due brani inediti stanno avendo un buon riscontro di pubblico e sui social network sto ricevendo bellissimi feedback. Le radio continuano a trasmetterli e questo non puo’ che farmi piacere».

E c’è posto ovviamente anche per “Sarà quel che sarà”, la canzone da dove è partito tutto. Croce e delizia della tua carriera.
«Devo dir la verità, non l’ho mai amata molto. È una canzone che mi avevano imposto. Io venivo dal rock, e volevo fare quello. Mi ritrovai a Sanremo con una canzone inadatta a me. Fu una sofferenza. Io in fondo non c’entro nulla con i festival all’italiana. Certo, fu un’occasione che si concluse molto positivamente, però  non ero quello che volevo fare. Negli anni successivi ho potuto cantare i generi che davvero amo, il rock, il soul, il blues, la dance. Cose non troppo facili. Mi piacciono le cose difficili».

Il suo percorso non è sempre stato facile.
«Di ostacoli ne ho incontrati parecchi. Faccio questo lavoro con grande passione. Ho iniziato che era una bambina. Con un duro lavoro e tanto sforzo sono ancora in attività , non ho mai avuto una raccomandazione. Pensi che ai tempi della mia vittoria a Sanremo i discografici non avevano pronto nemmeno un disco. Delusa da questa mancanza di professionalità, da questa noncuranza, me ne sono andata via dall’Italia e ho iniziato a produrre i miei dischi da sola. E devo dire grazie alla potenza della rete se continuano a invitarmi in tutto il mondo».

Come è possibile che nonostante la vittoria a Sanremo la sua casa discografica non avesse un disco pronto da far uscire?
«I discografici non credevano in me. Nessuno aveva scommesso sulla mia possibile vittoria. Per cui quando comunicarono che avevo vinto Sanremo nessuno se lo aspettava. All’indomani della vittoria non avevo dunque un disco pronto da far uscire. Io ho vinto grazie alle giurie popolari, grazie ai telespettatori, quindi è stata una vittoria a sorpresa, non come succede oggi che le vittorie vengono decise un mese prima».

Cosa le ha dato l’America?
«Sono stata quattro anni a Los Angeles. Ho fatto diverse tournèe nel mondo. Ho sempre amato l’estero in generale, e gli Stati Uniti in particolare. Lì c’è davvero molta più professionalità. C’è un senso dell’educazione civica che nel mio paese non esiste. Lì ho lavorato senza avere bisogno della classica spintarella. Ci sono le audizioni, se vai bene lavori altrimenti avanti un altro. In Italia non si va da nessuna parte senza avere una raccomandazione. È triste dirlo, ma è questa la realtà dei fatti. Per questo sono molto felice quando mi invitano all’estero, perché mi trattano da principessa, e posso scegliere il repertorio che voglio».

Dopo Los Angeles è tornata in Italia e l’abbiamo vista ospite nelle trasmissioni di Paolo Limiti.
«Sono stati sei anni bellissimi, quelli con Paolo Limiti. Lavorare con lui era come fare l’università. Era un’enciclopedia vivente. Devo ringraziarlo molto per tutto quello che ha fatto per me. Mi ha lasciato un grande vuoto. È stata una persona straordinaria».

Chi è la Tiziana Rivale di oggi?
«Continuo nella mia professione. Canto in 6 lingue. Sono speso all’estero. Sono un’artista libera, decido io quello che voglio cantare. Inoltre sono molto attiva nel sociale e nella difesa degli animali.  Dedico molto tempo anche ai social network. Curo personalmente la mia pagina Facebook dove si possono trovare tutte le informazioni che riguardano la mia attività. Ho anche un canale personale su itunes, che contiene tutte le mie produzioni di questi anni all’estero».

Quale musica italiana ascolta?
«Ne ascolto poca. Mi piace Giorgia, Elisa, Marco Mengoni. Sono molto selettiva e non mi piace la musica usa e getta».

Arrivò a Sanremo giovanissima. Ma aveva già una lunga gavetta alle spalle. Come giudica oggi i talent show accusati di creare successi troppo facili?
«Erano altri tempi. Saliì su quel palco che avevo già fatto diverse cose. L’anno prima ero andata all’Ariston con Gino Bramieri. Oggi i cantanti durano una stagione. Non gli danno la possibilità di studiare.  Di avere un background. In questo modo spariscono facilmente e il loro posto viene preso da altri cantanti».

E cosa vorrebbe dire ai giovani talenti?
«Che bisogna avere passione per la musica, e non voler diventare ricchi e famosi. Bisogna studiare molto. Sbaglia chi vuole stare a tutti i costi in televisione». 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE