Cerca e trova immobili
In un album le mille sfumature dei Sinplus

CANTONEIn un album le mille sfumature dei Sinplus

19.01.17 - 06:00
In uscita domani “This Is What We Are” (Odyssey), il terzo disco del duo locarnese
FOTO MICHAEL BONITO
Gabriel (a destra) e Ivan Broggini.
Gabriel (a destra) e Ivan Broggini.
In un album le mille sfumature dei Sinplus
In uscita domani “This Is What We Are” (Odyssey), il terzo disco del duo locarnese

LOSONE – Dieci tracce di ottima fattura, in cui fratelli Gabriel (voce) e Ivan (chitarra) Broggini sperimentano risonanze appartenenti a più stili musicali, modulandole alla perfezione al di sopra della matrice pop-rock, da anni, oramai, siglata Sinplus.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Gabriel…

Gabri, “This Is What We Are” (Questo è ciò che siamo) è un titolo, che mi fa pensare. Mi fa pensare a un contenitore di esperienze che, amalgamate, vi hanno portato a una nuova maturità, musicale e non. Mi sbaglio?

«Diciamo che questo è quello che siamo adesso. La percezione di ciò che ci sta intorno è in continua evoluzione e, di riflesso, è in continua evoluzione pure la nostra musica. Anche se credo che la maturità musicale non si raggiunga mai… “This Is What We Are” ha diverse sfumature: da una parte c’è la percezione che gli altri hanno di noi,  mentre dall’altra c’è quello che siamo realmente, cioè due ragazzi a cui piace suonare e scrivere canzoni, cercando di mandare un messaggio che possa essere una piccola ispirazione a credere in sé stessi e nei propri sogni. Essere compositori e produttori non è sempre facile: per dirla in termini sportivi, è un po' come essere il giocatore e l’allenatore allo stesso tempo. In pratica, per scrivere devi essere libero e aperto, mentre per produrre un album devi essere metodico e in grado di trasformare le tue idee in canzoni fatte e finite. Il disco, per di più, contiene molteplici generi musicali e la sfida, chiaramente, è stata quella di far convivere sonorità che di regola ben pochi mettono assieme».

Vuoi analizzare i testi dei dieci brani, uno per uno?

“Capisci”: «L’idea che sta dietro al brano è quella di dare un senso di libertà. Alcune cose non si possono comandare, devi viverle serenamente e vedere come va».

“WTF”: «Questa è una canzone nata in modo totalmente spontaneo. Eravamo quasi a fine produzione, c’era tensione nell’aria, visti i ritardi e le pressioni su come fare la release, ed è venuto alla luce  questo ritornello, quasi come se fosse un inno all’indipendenza: “Chi sei tu per dirmi cosa devo fare?”».

«“Y&I” (“You and I”) è la nostra prima ballata. La canzone tratta l’amore, ma in un modo un po’ diverso: in pratica, non solo quello che provi per la tua anima gemella, ma anche l’amore che c’è tra una madre e una figlia, tra l’uomo e il pianeta terra, tra un bambino e il suo cane…. Per noi questa è una canzone speciale che dedichiamo a tutte le persone importanti della nostra vita».

“Dreamers”: «Spesso lavoriamo durante la notte e ci siamo resi conto che, in fondo, sono i nostri sogni a tenerci svegli a sperimentare,  perfezionare e a spingerci oltre il limite!».

«“Feel Love” è nata il giorno dopo la nostra esibizione a Moon & Stars. Siamo tornati in studio, abbiamo preso gli strumenti in mano e la canzone è uscita così... A volte è assurdo come certe cose non abbiano una spiegazione logica. Per noi il “sentire” è l’unica cosa importante per sopravvivere…».

«“This Is What We Are”: «Questo è ciò che siamo. Insomma, vivere il momento, anche se a volte non è così semplice».

«“Crazy Life” rappresenta la nostra vita sregolata. Come Sinplus non sai mai cosa verrà il giorno dopo e, talvolta, dobbiamo prenderci una pausa da tutto e  divertirci».

«“Kiss The Sky” è un inno alla libertà personale. Il testo  vuole ispirare le persone a vivere libere. Quando vedi la schiavitù moderna, le paure delle persone, l’importanza che la nostra società attribuisce al potere e al denaro, non puoi far altro che cercare di lanciare l’allarme».

«“In Aria” è l’unica canzone dell’album in italiano: è stata scritta in una notte d’inverno, un po’ ubriachi, quando senti il bisogno di stare tra te e te. Sono immagini random di cose terrene, di cui, alla fine, non te ne frega niente, visto che poi è come ti senti che fa la differenza…».

“One And The Same”: «Quando abbiamo suonato al centro asilanti di Losone siamo rimasti colpiti da queste persone che lasciano la propria terra e la propria famiglia per cercare una possibilità, una nuova vita. Per noi, sono loro dei veri eroi. “Perché tutto questo esiste e non se ne parla?”. “Perché quasi nessuno fa niente per aiutarli veramente?” Il testo racconta del fatto che di base siamo tutti uguali, ma di fatto, purtroppo, non è così».

Raccontami il processo di produzione...

«La produzione è avvenuta in Svizzera, Italia e Germania. Ci sono diversi aneddoti, tra l’altro, legati alle varie canzoni: ad esempio, il produttore degli Strokes, Gordon Raphael, conosciuto casualmente,  si è innamorato di “This Is What We Are” e l’ha voluta mixare personalmente».  

Cosa vuoi dirmi delle maggiori influenze confluite nel disco?

«Di base siamo la sintesi di tutto quello che facciamo e ascoltiamo da una vita. Nel disco, di conseguenza, sono presenti elementi rock, pop, dance, hip pop, reggae, dubstep, alternative…».

Per la presentazione del disco in Ticino, pochi mesi fa mi avevate parlato di «un grande evento», senza però rivelarne i dettagli… Oggi, cosa vuoi dirmi al riguardo?

«Purtroppo non possiamo ancora rivelare nulla, se non che abbiamo molta carne al fuoco…».

 

 

Ticinonline è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
NOTIZIE PIÙ LETTE