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Placido: “7 minuti” per riflettere sul Tempo e sulla crisi

CANTONEPlacido: “7 minuti” per riflettere sul Tempo e sulla crisi

21.11.16 - 06:00
Abbiamo incontrato Michele Placido al Lux Art House di Massagno in occasione dell'anteprima di “7 minuti”, pellicola da lui diretta e interpretata, nelle sale ticinesi da giovedì 24 novembre
Foto 20 minuti/tio.ch/MS
Michele Placido, 70 anni.
Michele Placido, 70 anni.
Placido: “7 minuti” per riflettere sul Tempo e sulla crisi
Abbiamo incontrato Michele Placido al Lux Art House di Massagno in occasione dell'anteprima di “7 minuti”, pellicola da lui diretta e interpretata, nelle sale ticinesi da giovedì 24 novembre

LUGANO - Co-prodotto da Ventura Film ed Rsi, “7 minuti” è un film corale, declinato al femminile, che vede protagoniste undici donne, tra operaie e impiegate, chiamate a decidere per sé e in rappresentanza delle 300 colleghe quando i titolari dell’azienda tessile del centro Italia in cui lavorano cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale francese. È una storia vera, «accaduta in Francia, nei pressi di Marsiglia, non molto tempo fa», spiega Placido.

Sembra che non siano previsti licenziamenti, ma la multinazionale mette nero su bianco una “piccola clausola”: diminuire la pausa pranzo di sette minuti (su quindici). Accettare o non accettare? Sì o no? Sembra si possa tirare un sospiro di sollievo: cosa sono sette minuti davanti alla cassa integrazione? Nulla… Ma in realtà non è così… Lo sa bene Bianca, di cui veste i panni Ottavia Piccolo, che si ritrova sola contro le dieci compagne a difendere la sua certezza, ossia che dietro a quei pochi minuti ci sia una trappola…

Nel cast, tra le altre, Fiorella Mannoia, Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Violante Placido e l’attrice svizzera Sabina Timoteo.

Signor Placido, come ha preso forma il progetto?

«Ero al Piccolo Teatro di Milano con il “Re Lear” e Stefano Massini, l’autore del testo teatrale, passò in camerino chiedendomi di leggerlo. Mi sembrava interessante, così come il meccanismo drammaturgico alla base di esso, che immediatamente mi ha ricordato un film che ho amato molto, “La parola ai giurati” (Usa, 1957) di Sidney Lumet».

Massini lo aveva già portato a teatro?

«Sì, proprio in quell’anno, già affidando, tra l’altro, la parte di Bianca ad Ottavia...».

Il protagonista del film è il tempo (nelle note di regia Placido scrive “il Tempo”, ndr) che, in questi ultimi anni, sembra scorrere sempre più velocemente... Concorda?

«Direi proprio di sì…».

Perché, secondo lei?

«Beh, perché oggi la società è talmente bombardata, talmente ossessionata, talmente informata, che viene spinta a prendere troppi impegni… ».

Nel film vediamo una bravissima Fiorella Mannoia…

«Per Fiorella, in pratica, si tratta di un debutto cinematografico, anche se da giovanissima, come immagino saprai, aveva fatto la stuntgirl, la controfigura per le scene d’azione, in particolare per Monica Vitti…».

Come l’ha scelta?

«Una sera mi sono ritrovato a un suo concerto e ho notato la sua semplicità nel dialogare, nel relazionarsi, col pubblico… Era amichevole, spontanea… E sul set le ho chiesto di essere semplicemente sé stessa, Fiorella…».

In “7 minuti” c’è anche Violante: com’è dirigere la propria figlia?

«Per Viola è come se fossimo a tavola, in famiglia… E io mi ritrovo sempre a doverla riprendere e a ricordarle che invece ci troviamo sul set… (ride)».

 

 

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