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STATI UNITIInossidabili Green Day, sempre in prima linea

17.08.16 - 10:00
Il nuovo singolo “Bang Bang” apre la strada a “Revolution Radio” ( che arriverà a ottobre), un disco di protesta che odora di rinascita
Inossidabili Green Day, sempre in prima linea
Il nuovo singolo “Bang Bang” apre la strada a “Revolution Radio” ( che arriverà a ottobre), un disco di protesta che odora di rinascita

LOS ANGELES - Dopo la non così fortunata trilogia di dischi “Uno-Dos-Tré” del 2012 a un certo punto gli amatissimi pop-punker Green Day hanno proprio dovuto dire «stop». Alla base della frenata motivi personali assai delicati che hanno richiesto la completa attenzione del bassista Mike Dirnt e della seconda chitarra Jason White.

Billie Joe Armstrong, da sempre voce & faccia (da schiaffi) della band, non è certo rimasto a casa con le mani in tasca. Fra i vari progetti ha trovato il tempo per dedicarsi anche degli inediti per i “Day”. «Mi sono chiuso in cantina con la chitarra e l'ampli cercando riff per dei pezzi nuovi, così, senza impegno. A un certo punto ne è saltato fuori uno che mi ha fatto esclamare: “È lui!”, ed ecco nata “Bang Bang”», ha raccontato a Rolling Stone.

Da sempre band impegnata politicamente i Green Day non si smentiscono nemmeno con questa ultima fatica (e dal titolo si poteva già capire). La volontà del trio è quella di raccontare, a suon di chitarre distorte, testi dissacranti e orecchiabili coretti la delicata situazione degli Stati Uniti fra sparatorie di massa, tensioni razziali e xenofobia.

L'idea alla base del disco, stando sempre a Billie Joe, nasce durante un corteo di protesta proprio legato all'omicidio del giovane afroamericano Michael Brown: «La folla aveva bloccato la strada, così sono sceso anche io dalla macchina e mi sono unito al corteo. “Revolution Radio” è nato in quel momento».

Il micidiale singolo “Bang Bang”, invece, mixa la cultura delle sparatorie di massa e le celebrità da cameretta dell'era dei social media in un cocktail esplosivo raccontato in prima persona. I suoni, belli ruvidi e animaleschi, sono quelli dei vecchi tempi e non potremmo esserne più contenti.

Insomma, bentornati Green Day!

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