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CANTONEKuTso: "Portiamo l’amore alla dimensione più carnale e concreta"

31.03.15 - 06:02
Reduci dalla seconda posizione nella classifica Nuove proposte dell’ultimo Festival di Sanremo, qualche giorno fa i romani KuTso hanno tenuto uno showcase tra le mura degli studi Rsi di Besso
KuTso: "Portiamo l’amore alla dimensione più carnale e concreta"
Reduci dalla seconda posizione nella classifica Nuove proposte dell’ultimo Festival di Sanremo, qualche giorno fa i romani KuTso hanno tenuto uno showcase tra le mura degli studi Rsi di Besso

LUGANO - Il termine KuTso non proviene dai fumetti manga… E non ha nemmeno nulla a che vedere con il Paese del sol levante. Non è giapponese, quindi, né, tantomeno, italiano, francese o tedesco… Non è nemmeno inglese, ma va pronunciato, elegantemente, come lo pronuncerebbe un distinto signore londinese… Non ha un significato, ma risuona irriverente, sfrontato, quanto i versi delle loro canzoni, messi a punto da Matteo Gabbianelli (voce), che condivide la line-up con Donatello Giorgi (chitarra), Luca Amendola (basso) e Simone Bravi (batteria). Strofe sarcastiche, (sur)reali, elaborate a ridosso di elastiche modulazioni vocali e sonorità in bilico tra risonanze prog e riverberi punk oriented. Testi che, nel mezzo di elucubrazioni nonsense e mille metafore, mascherano stati d’animo malinconici, malesseri e disperazione… . “Le nostre maggiori fonti d’ispirazione? Direi Giorgio Gaber e Iggy Pop…”, mi spiega Gabbianelli.

Matteo, prima volta in Svizzera?

"Come gruppo sì… Una decina di anni fa avevo già suonato a Bellinzona con i Payback, una formazione punk hardcore di cui ero il batterista…"

Raccontami le origini dei KuTso…

"Siamo nati nel 2006 con una line-up completamente diversa… Quella che vedi ha preso forma nel 2012. L’anno successivo abbiamo dato alle stampe il primo disco, dal titolo “Decadendo (su un materasso sporco)”: una raccolta di brani venuti alla luce già nel corso nei primi anni di attività…"

Poi, il concerto del 1. Maggio 2014 a Roma davanti a 700mila persone, l’apertura per Caparezza a Miami e Sanremo 2015… Cosa mi dici della partecipazione al Festival?

"“Elisa”, il brano con cui ci siamo presentati all’Ariston, non è stato scritto per l’occasione… Risale a quattro-cinque anni fa… Lo scorso autunno eravamo anche già pronti per la pubblicazione del nostro secondo lavoro, “Musica per persone sensibili” (uscito poi in febbraio a ridosso della partecipazione alla kermesse, ndr), quando Alex Britti - che ha preso parte alla realizzazione e pubblicato il disco attraverso la sua label, la It.Pop – ci ha suggerito di tentare la carta sanremese…"

Chi è Elisa?

"Diciamo che Elisa è la portabandiera della canzone d’amore diversa dal solito…"

Ovvero?

"Nel senso che noi portiamo l’amore alla dimensione più carnale e concreta: petting, sesso nei cinema… L’essere umano è un animale…"

Com’è la “Musica per persone sensibili”?

"L’ipersensibilità ti porta spesso a stare molto male… Le nostre canzoni, infatti, sono un esorcismo, uno spurgo di negatività interiore…"

“Decadendo (su un materasso sporco)” è una puntuale metafora…

"Devi pensare a un individuo fortemente depresso, ma non del tutto disperato… Mentre lui si getta sul fondo marcio della sua interiorità, poco prima che sopravvenga la fine la vita lo recupera… Lasciandogli un segno indelebile…"

 

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