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ITALIATraffico di reperti archeologici, 2'000 in una casa museo

18.01.17 - 14:22
L'inchiesta che segue l'operazione "Tempio di Hera" ha portato a dodici misure cautelari
Traffico di reperti archeologici, 2'000 in una casa museo
L'inchiesta che segue l'operazione "Tempio di Hera" ha portato a dodici misure cautelari

CROTONE - Un ottantenne di Torretta di Crucoli (Crotone), indagato nell'operazione "Tempio di Hera" condotta stamattina dai carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale e del Comando provinciale di Crotone, è considerato il principale ricettatore dei reperti archeologici oggetto del traffico che è stato stroncato dai militari. Ne custodiva oltre 2'000 in casa.

L'uomo, come il docente che figura tra gli arrestati, apparente "paladino" della tutela dei beni archeologici ma in realtà, secondo gli investigatori, collezionista senza scrupoli, aveva allestito nella sua abitazione una sorta di "museo privato" in cui erano esposti gli oltre 2'000 reperti, di cui era entrato in possesso illecitamente.

L'inchiesta che ha portato a dodici misure cautelari (tre arresti di cui due in carcere ed uno ai domiciliari, quattro divieti di dimora e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia. Era partita nell'ottobre del 2014 dopo che erano stati rilevati numerosi scavi clandestini in siti archeologici del crotonese. Le diverse fasi in cui si articolava il traffico illecito, dallo scavo clandestino alla vendita dei reperti ai collezionisti, sono state accertate e documentate grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, riprese video e pedinamenti.

Alle persone coinvolte nell'operazione viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata all'esecuzione di scavi clandestini, impossessamento illecito di reperti archeologici appartenenti allo Stato, con conseguente danneggiamento delle aree vincolate, e ricettazione dei beni illecitamente rinvenuti.

Significativa, hanno riferito ancora gli investigatori, si è dimostrata la collaborazione alle indagini della Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.

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