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GIAPPONE«Voglio sbarazzarmi dei disabili di questo mondo»

26.07.16 - 06:55
L'autore del massacro che ha provocato 19 morti e 25 feriti in un centro disabili di Sagamihara era un ex dipendente della struttura. Il 26enne voleva vendicarsi
«Voglio sbarazzarmi dei disabili di questo mondo»
L'autore del massacro che ha provocato 19 morti e 25 feriti in un centro disabili di Sagamihara era un ex dipendente della struttura. Il 26enne voleva vendicarsi

TOKYO - «Voglio sbarazzarmi dei disabili di questo mondo». Questa è la motivazione dell'assassino che ha ucciso 19 persone, ferendone 25 (di cui 20 in modo grave) nel centro per disabili situato a Sagamihara, città di 700mila abitanti che si trova a una cinquantina di chilometri da Tokyo. Il massacro è avvenuto attorno alle 2.30 ora locale. L'uomo è un ex dipendente della struttura.

Vendetta - Il killer, che si è consegnato alla polizia subito dopo la mattanza, si chiama Satoshi Uematsu e ha 26 anni. L'uomo, secondo diverse fonti locali, era stato licenziato di recente e voleva vendicarsi contro i responsabili dell'istituto.

Tanti coltelli, coperti di sangue - Secondo NHK, la televisione pubblica nipponica, il carnefice sarebbe entrato nello stabile rompendo un vetro con un martello per poi mettere in atto la sua vendetta. La polizia ha rinvenuto «diversi coltelli da cucina», usati nel massacro, nel sacco del reo-confesso. Alcuni erano ancora coperti dal sangue delle vittime.

«Non mi hanno fatto entrare» - Un padre disperato si è sfogato alla Tv pubblica. «Ho sentito la notizia alla radio e mi sono precipitato qui. Ma non mi hanno fatto entrare. Mio figlio è là dentro». La struttura accoglie circa 160 persone con disturbi mentali dai 18 ai 70 anni.

 Rarità in Giappone - Gli omicidi di massa sono una rarità nel paese del Sol Levante. Il Giappone dispone infatti di una legislazione di controllo delle armi molto restrittiva e di un tasso di criminalità piuttosto basso. Ma questo, purtroppo, non ha evitato la strage.

Peggiore strage dalla Grande Guerra - E l'episodio rischia di passare alla storia come uno dei più atroci attacchi, per numero di vittime, perpetuati da una sola persona dalla fine della Grande Guerra.

 

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