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FRANCIAIl terzo eroe di Nizza: «Ero pronto a morire»

21.07.16 - 13:00
Franck è l'uomo che ha raggiunto il camion dell'attentatore con il motorino per poi aggrapparsi alla cabina
Il terzo eroe di Nizza: «Ero pronto a morire»
Franck è l'uomo che ha raggiunto il camion dell'attentatore con il motorino per poi aggrapparsi alla cabina

NIZZA - Hanno pensato tutti che fosse morto, nell’eroico tentativo di fermare il camion in corsa sulla Promenade des Anglais. Ma Franck è vivo, e ora è possibile vivere quei tragici momenti attraverso le sue parole, le parole di quell’uomo che in sella al suo motorino ha fatto di tutto per evitare la strage.

Il quasi cinquantenne, dipendente dell’aeroporto di Nizza, ha riportato conseguenze fisiche e psicologiche. Come riporta Nice-Matin nella sua esclusiva, sotto i suoi vestiti sono presenti le cicatrici dell’intervento a cui è stato sottoposto, ha male alla mano sinistra, ha una costola rotta e grandi lividi sulla schiena. Le sue notti sono tormentate.

Quella sera era andato a vedere i fuochi con sua moglie, ma era partito troppo tardi, così si era fermato a mangiare un gelato. A un certo punto hanno notato che qualcosa non andava. «Abbiamo sentito le urla e poi abbiamo visto la folla correre in tutte le direzioni, come se stesse fuggendo da qualcosa. Poi è arrivato il camion».

I ricordi sono atroci e ancora molto vivi. «Viaggiava sul marciapiede a 60 km/h. Ho in mente immagini di corpi che volavano. Ho capito subito e sono partito. Mia moglie mi ha chiesto dove stessi andando tirandomi il braccio. Mi sono fermato, l’ho fatta scendere dal motorino e ho accelerato. Per guadagnare terreno ho dovuto fare lo slalom, fra i vivi e i morti. Avevo solo il camion negli occhi. Sapevo cosa dovevo fare, ero deciso a tutti i costi di fermarlo, in uno stato di follia lucida».

L’uomo si è così messo sulla sinistra del mezzo, voleva entrare nella cabina. «Ma ho capito che sul mio povero scooter potevo fare ben poco, così l’ho lanciato addosso al camion e poi sono corso di nuovo al suo seguito. Mi sono aggrappato e ho tirato dei pugni attraverso il finestrino rotto. Mi ha colpito più volte, non ha battuto ciglio. Aveva la pistola in mano, ma non ha funzionato, ha provato a sistemarla e ha sparato, ma nulla».

Franck non si è arreso, e continua su Nice-Matin: «Ero pronto a morire in realtà! Ero lucido e pronto a morire per fermarlo. E ho continuato a dare colpi. Ho cercato di farlo uscire dalla cabina attraverso il finestrino. Perché non riuscivo ad aprire quella p...a di porta. E picchiavo ancora... Così ha finito per darmi un colpo in testa. Ho avuto dei problemi da allora. Sono così caduto sul marciapiede e sono risalito subito!».

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