Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, cerca di infondere coraggio ai suoi concittadini, confrontati con la dura quotidianità della tendopoli e assicura di avere una strategia per il futuro
ROMA - "La strategia per il futuro? Sappiate che mister Pirozzi ce l'ha in testa, (...) noi non dobbiamo andare via da qui". Da allenatore di calcio usa una metafora sportiva Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice (Rieti), accennando, ma senza svelarla, alla strategia per ricollocare la sua popolazione che ha perso le case praticamente del tutto, facendola restare il più possibile sul territorio per non spopolare la città.
"Chiederò un sacrificio alla mia gente, di stare per un periodo brevissimo in tenda. C'è un'opportunità che dirò domani, e non parlo di container, prima di svelarla sto aspettando di sapere con certezza il tempo in cui si avranno i moduli provvisori", ha detto il sindaco della città maggiormente colpita dal terremoto: al momento si contano 230 morti.
Secondo Pirozzi, "in tendopoli si può reggere 15 giorni, poi sorgono ulteriori disagi. Se prima che consegnano i moduli provvisori si mandano le persone in albergo o in accoglienza, vanno via e non tornano più, specie chi ha i bambini piccoli e dovrebbe iscriverli a scuola. Una volta andati, ci sono il distacco e la morte totale economica del territorio".
Sulla ricostruzione, come affermato anche dal capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, oggi in visita in città, Pirozzi dice che "la strada ormai è definita, anche lui dice che questo paese deve essere ricostruito così com'era, con criteri di sicurezza assoluti, ma con la conservazione dei nostri simboli: Sant'Agostino, Porta Castello, Porta Carbonara, la Torre civica, il Comune sul corso e gli esercizi commerciali, con l'opportunità di condizioni di sicurezza straordinarie".
"È un obiettivo ambizioso, ma nella vita bisogna porsi sempre limiti estremi", conclude il sindaco di Amatrice.
ats ansa
Video allegato: festa della transumanza di Amatrice del 15 settembre del 2013