Cerca e trova immobili
L’attesissima pellicola, arrivata ieri nelle sale, arranca in partenza ma poi regala agli appassionati della saga le emozioni che cercavano
LUGANO - A dodici mesi di distanza dall'uscita dell'Episodio VII, la saga di Star Wars ha fatto ritorno nelle sale di tutto il globo con l'attesissimo Rogue One: A Star Wars Story, il primo di una serie di spin-off che andranno a costituire la Star Wars Anthology, una serie “esterna” rispetto al canone originale, che mira ad approfondire alcune fasi della storia non coperte in precedenza.
L’avvio di Rogue One è promettente e suggestivo, e lancia immediatamente lo spettatore nel proprio universo grazie a rapidi e continui passaggi da un pianeta all’altro. Partenza a scatto ma poi l'arresto. Il grande assente, che si fa notare dopo già dopo alcuni minuti, è infatti l’impatto emotivo degli episodi canonici, che viene meno a causa di una scarsa caratterizzazione dei personaggi, il cui carisma, nella prima metà della pellicola, fatica decisamente ad emergere.
Trascorsa la prima ora tutto però cambia. I tasselli iniziano gradualmente a ricomporsi e, dalle fasi finali della creazione della Morte Nera alla scoperta del suo storico punto debole, la collocazione degli avvenimenti di Rogue One, situata a pochi giorni di distanza dagli eventi dell’Episodio IV, diventa chiara, scatenando inevitabilmente l’entusiasmo di qualsiasi appassionato della celebre saga.
A questo punto il film diventa un fiume in piena, passando dalle prime azioni distruttive dell’arma suprema dell’Impero, alla spettacolare battaglia dopo l’incursione dei ribelli sul pianeta Scarif fino alla ciliegina sulla torta, ossia l’apparizione del personaggio fulcro dell’intera saga, a cui è sufficiente un respiro attraverso la propria maschera per entusiasmare l’intera sala.
In altre parole, tanto "fan service", in modo particolare nella seconda metà. Ma in fin dei conti, quando si tratta di "fan service" realizzato con cura, perché lamentarsi?
