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ITALIAIl caso Emanuela Orlandi è chiuso, ma il cinema lo riapre

23.09.16 - 13:47
Il fatto di cronaca diventa un film diretto dal regista italiano Roberto Faenza
Il caso Emanuela Orlandi è chiuso, ma il cinema lo riapre
Il fatto di cronaca diventa un film diretto dal regista italiano Roberto Faenza

ROMA - Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa pontificia, sparisce nel centro di Roma dopo una lezione di musica. Comincia così uno dei più clamorosi, incredibili e dolorosi, casi irrisolti italiani. Ora la vicenda diventa un film, diretto dal regista italiano Roberto Faenza.

Anni e anni di indagini, oscure ipotesi, una disperazione familiare che ha emotivamente coinvolto l'Italia, presunti coinvolgimenti di poteri forti - Il Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti - e altrettanti depistaggi. Con purtroppo un'unica certezza: la ragazza non è mai più tornata a casa e di lei non si è davvero mai saputo più nulla, mentre la Cassazione nel maggio 2016 ha archiviato definitivamente l'inchiesta.

Esce il 6 ottobre e non è difficile ipotizzare che scatenerà polemiche 'La verità sta in cielo', un film con la regia di Faenza che ricostruisce la vicenda ripensandola oggi e con la partecipazione del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che interpreta se stesso.

In una delle scene cruciali del film, in un distributore di benzina di Via delle Mure Aureliane avviene lo scambio della ragazza, sequestrata dalla banda della Magliana di Renatino De Pedis - il cui corpo, bisogna ricordarlo, è stato sepolto fino al 2012 nella Basilica di Sant'Apollinare - che passa così dai boss testaccini ad un sacerdote.

''C'è un legame - dice Faenza nel video esclusivo ANSA.IT - tra esponenti della malavita e cardinali, specie monsignor Marcinkus che sono legami tremendi, inconfessabili che nel film sollevano verità talmente terribili che sono sicuro scateneranno una infinità di polemiche''.

In tutti questi anni le piste battute sono andate da quella pedofilia legata al Vaticano, alle vendette della banda della Magliana, al collegamento con l'attentato di Ali Agca a Giovanni Paolo II, per citarne alcune. Alla scomparsa di Emanuela fu collegata la quasi contemporanea sparizione di un'altra adolescente romana, Mirella Gregori, scomparsa il 7 maggio 1983 anche lei mai più ritrovata. Senza mai arrivare ad una verità. Faenza, - il regista aveva ricostruito per la tv un altro caso di cronaca, Il delitto di Via Poma - mette insieme le ultime rivelazioni per una narrazione di finzione.

Ecco la storia: sollecitata dallo scandalo "Mafia capitale" che attanaglia Roma ai giorni nostri, una rete televisiva inglese decide di inviare a Roma una giornalista di origine italiana (Maya Sansa) per raccontare dove tutto ebbe inizio: quel 22 giugno di tanti anni prima. Con l'aiuto di un'altra giornalista (Valentina Lodovini), inviata di un noto programma televisivo italiano, che ha scoperto una nuova pista, entra in scena un personaggio inquietante: Sabrina Minardi (Greta Scarano), ex moglie del calciatore della Lazio Bruno Giordano.

E' l'amante di Enrico De Pedis (Riccardo Scamarcio), meglio conosciuto come Renatino, il boss che ha saputo gestire meglio di ogni altro il malaffare della capitale, poi finendo sotto i colpi della banda rivale della Magliana. Nonostante il suo passato, Renatino verrà sepolto nella Basilica di S. Apollinare, nel cuore di Roma, proprio accanto alla scuola di musica frequentata da Emanuela: un altro mistero. La Minardi si decide a raccontare quanto afferma di sapere sul sequestro della ragazza. E' la verità? Quale intreccio indicibile si cela dietro i delitti rimasti impuniti nell'arco di trent'anni?

Prodotto dalla Jean Vigo Italia con Rai Cinema il film esce da 01 il 6 ottobre.

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