PARIGI - Sta facendo molto discutere l'ultimo spot dell'associazione animalista PETA, che provocatoriamente equipara il grido inascoltato dei pesci che stanno per essere mangiati a quelli delle vittime di violenza, sessuale o fisica.
Le campagne dell'organizzazione hanno sempre puntato su elementi di largo impatto, ma questa volta, sostengono parecchi internauti, si è passato il segno. Non piacciono i paragoni usati nel video, considerati offensivi per chi subisce abusi.
I toni sulla pagina Youtube di Peta sono piuttosto accesi: "Mozzerei la testa a un milione di pesci vivi se potesse servire per fermare il bullismo a scuola". L'associazione replica alle accuse ricordando che i pesci provano dolore, esattamente come gli uomini.