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"La giustizia è lenta, ma con Bignasca di più"

TICINO"La giustizia è lenta, ma con Bignasca di più"

21.05.12 - 15:33
Troppe le perplessità sulle denunce a carico di Bignasca. Belticino, forte di 1453 firme, attacca e rilancia
Foto Ticinonline/Manuel Meleleo
"La giustizia è lenta, ma con Bignasca di più"
Troppe le perplessità sulle denunce a carico di Bignasca. Belticino, forte di 1453 firme, attacca e rilancia

LUGANO - Sono 1453 le firme consegnate oggi a Bellinzona dai tre condottieri dell'associazione Belticino, Giancarlo Nava, Marco Mona e Alberto Agustoni, cui si è aggiunto lo scrittore luganese Sergio Roic, altro pluribersagliato del Mattino della Domenica. “Ci davano per dispersi dopo le elezioni, invece rieccoci qua” ha affermato Nava. “Non siamo un movimento elettoralistico, abbiamo obiettivi più ambiziosi”.

Modalità estranee alla legge – Uno dei quali, corredato da ben 1453 firme, è quello di fare chiarezza sulle denunce a carico di Giuliano Bignasca. Si sa infatti, in seguito a un comunicato del Ministero pubblico del novembre scorso, che nei suoi confronti sono state inoltrate 243 denunce, numero nel frattempo aumentato, ma non se ne conosce l'esito. Il Ministero pubblico sostiene che 233 di esse sono state evase, ma secondo i promotori di Belticino molte sarebbero state evase "in modalità estranee alla legge".

Lentezza ad hoc - Affermazione sibillina che nel corso della conferenza stampa è stata in parte delucidata. "Abbiamo il sospetto che la giustizia su certi temi operi con estrema lentezza" ha detto Alberto Agustoni, il giurista dell'associazione. "Per i reati contro l'onore la prescrizione è di soli 4 anni, facile dedurre che in molti casi Bignasca non sia stato neppure giudicato."

Movimento popolare o elitario? - Ma una parte del Ticino, per esattezza 1400 persone, chiede chiarezza. A titolo di paragone la recente petizione contro i tagli alla navigazione sul Verbano ne aveva raccolte oltre 10'000. Ma tant'è, sono comunque numerose le persone che vogliono sapere di più. “ E le firme le abbiamo raccolte senza un’organizzazione dietro, senza andare veramente a cercarle” ha spiegato, con entusiasmo, Giancarlo Nava. “Sono solo quelle che ci sono giunte per posta, quindi da persone che ci tenevano ad esprimere il loro dissenso nei confronti delle malefatte del Nano.”

"Meno bordelli, meno pubblicità" - L'ultima delle quali gli ha attirato gli strali di Belticino. "È vergognoso l'attacco di domenica a John Noseda, che sta solo cercando di fare pulizia nel mondo della prostituzione" ha tuonato Giancarlo Nava. "Però non credo che sbagliamo arrogandoci parte del merito per la riduzione delle pubblicità di prostitute sul Mattino della Domenica, che sono passate dalle abituali due pagine a neanche mezza."

Il Nano traballa - Primi successi quindi per la vasta offensiva anti-Bignasca. Sì, perché se inizialmente il bersaglio era la Lega nel suo insieme oggi nel mirino c'è solo il suo presidente a vita. "Noi crediamo che all'interno della Lega esistano persone più moderate in grado di proseguirne l'opera senza però le troppo frequenti cadute di stile del Nano. Che comunque, è questione di tempo, dovrà presto lasciare il posto ad altri."

Pluripregiudicati in Municipio? - Il futuro della Lega, su questo concordano tutti, è incerto. Più certo è il fatto che ora la Commissione del Gran consiglio dovrà chinarsi sulla petizione e fornire una risposta ai promotori. Perché, al contrario della Costituzione federale, quella cantonale impone una risposta a ogni petizione. La Commissione potrebbe anche decidere di non entrare in materia, ma tanto Belticino ha già pronta un'ulteriore petizione, intitolata "Enti locali: rimettete ordine". Questa petizione si basa sugli articoli 198 e 199 della legge organica comunale, secondo cui le persone condannate penalmente non possono essere ammesse come membri di un Municipio.

Clima di terrore - Un accanimento contro Bignasca che alcuni potrebbero leggere come una guerra ad personam ma che in realtà è solo un tentativo di riportare il dibattito politico sui binari della correttezza e del rispetto reciproco. "Se nessuno si vuole più occupare di politica è anche per colpa di questi metodi" ha affermato Giancarlo Nava. "La disaffezione per la politica è una normale conseguenza della strategia intimidatoria messa in atto da Bignasca."

Basta! - E qui, forse, ci si spinge un po' troppo in là. Sta di fatto che una parte di Ticino vuole chiarezza. O, meglio ancora, vuole che Bignasca lasci la scena politica. Non per andare in carcere, questo i promotori di Belticino non glielo augurano, ma perlomeno per consentire a ognuno di esprimersi liberamente senza la paura di finire spiaccicato sul Mattino la domenica successiva, con magari uno di quegli appellativi che non ci si leva più di dosso. "Lauretta Gné gné, Oca Leuthard e la ministra Puffo insegnano: molti non si ricordano neanche più i loro veri nomi. È ora di dire basta!"

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