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FRANCIADuello Hollande-Sarko e il tormentone di "Moi president"

03.05.12 - 07:18
Francois Hollande ripete per oltre un minuto "Moi president...". Tensione alle stelle, provocazioni e qualche insulto
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Duello Hollande-Sarko e il tormentone di "Moi president"
Francois Hollande ripete per oltre un minuto "Moi president...". Tensione alle stelle, provocazioni e qualche insulto

PARIGI - "Moi president...": ripetuto come un mantra, per oltre un minuto. Così Francois Hollande ha convinto tutti di essere già all'Eliseo, disegnando le tante facce di quella che vorrebbe che fosse la sua presidenza. Ieri Sera, forse per la prima volta, ci ha creduto anche il furente Nicolas Sarkozy che aveva di fronte e che l'ha trattato da "piccolo calunniatore". Il presidente voleva tre dibattiti per colmare lo svantaggio dal socialista ma ieri sera si è ricreduto.

Tensione alle stelle, provocazioni in libertà, qualche insulto, la maratona di due ore e mezzo è diventata un'incredibile marcialonga di quasi tre ore, senza un'interruzione, senza pause, senza mai tirare il fiato.

Come era nelle previsioni, Nicolas Sarkozy - sotto di otto punti nei sondaggi sul ballottaggio di domenica prossima - ha vestito i panni dello sfidante, del provocatore, del candidato meno sicuro di sé che ha provato in ogni modo a stanare l'avversario. Francois Hollande, incerto nella prima parte, migliore dell'avversario quando per un'ora sono piovute soltanto cifre - deficit, debito, crescita, disoccupazione, fisco - zoppicante su immigrazione e nucleare, alla fine non ha perso.

Ed era questa l'unica possibilità che restava al presidente per continuare a sperare, per provare a credere ancora di poter scavare in queste ultime ore alla ricerca dei voti del Fronte nazionale, dei centristi o degli indecisi. Alla fine, Hollande era tranquillo e sicuro di sé, Sarkozy era stanco e per la prima volta ha dato l'impressione di aver capito che l'avventura all'Eliseo potrebbe davvero essere finita.

Hollande ha attaccato per primo sul "rassemblement", un mito della politica francese, il paese unito che Sarkozy ha invece "spaccato". Poi è entrata in campo la Germania e il suo modello, che entrambi hanno innalzato ad esempio ma che Sarkozy ha detto di aver imitato nei fatti - con l'Iva antidelocalizzazioni - mentre Hollande "propone tutto il contrario".

Più tardi, dopo la pioggia di cifre e le verità che si sovrapponevano ("lei mente", "se non venisse da lei, che ha per abitudine di dire questa parola, sarebbe insopportabile per me..."), è tornata in ballo l'Europa: "lei non ha ottenuto nulla dalla signora Merkel - ha detto Hollande a Sarkozy - se lei fosse stato libero di portare avanti la politica di crescita lo avrebbe fatto, è stata la signora Merkel che glielo ha impedito, lei ha ceduto e si è assunto una grande responsabilità". "Lei osa dire che non ho ottenuto niente dalla Germania? - ha tuonato il presidente - È falso! Se la BCE presta denaro all'1% alle banche in violazione della lettera dei trattati è perchè io ho ottenuto questo al vertice di Strasburgo dalla Germania".

Sull'immigrazione, tema attesissimo, Hollande ha accusato il colpo, soprattutto quando Sarkozy - che giocava "in casa" in questa materia - gli ha ricordato che la legge sul burqa che oggi i socialisti difendono all'epoca non la votarono. Male il socialista anche sul nucleare, quando Sarkozy ha definito "gravissimo" per la Francia pensare di fare dietro-front sulle centrali per "il 2,3% della signora Joly", la candidata ecologista alleata dei socialisti.

Ma alla fine, con il suo "moi, president", che già promette di diventare un tormentone o un pezzo rap, Hollande ha messo un'ipoteca sull'Eliseo: "io presidente, farò in modo che il mio comportamento sia esemplare; io presidente, farò un governo paritario fra uomini e donne; io presidente, i ministri non potranno avere altri mandati; io presidente, avvierò grandi dibattiti nella società...".

E così via, come un mantra. Sarkozy si è rifugiato all'angolo, ricorrendo al sarcasmo: "un bel discorso, ho le lacrime agli occhi". Infine un colpo basso, decisamente fuori posto e nel momento sbagliato, il riferimento velenoso al "partito che voleva candidare Dominique Strauss-Kahn" a una manciata di minuti dalla fine del dibattito. Non ha lasciato nulla di intentato Nicolas Sarkozy, ma se prima di stasera la strada per l'Eliseo per lui era in salita, ora fare il bis diventa un'impresa.

 ATS

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