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Il poliziotto ha sparato due o tre colpi. Gobbi: «Non siamo nel Far West. Sono vicino all'agente»

LUGANOIl poliziotto ha sparato due o tre colpi. Gobbi: «Non siamo nel Far West. Sono vicino all'agente»

07.10.17 - 17:23
Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni e il Comandante della Cantonale Matteo Cocchi hanno parlato dell'intervento di Brissago in cui un richiedente asilo dello Sri Lanka ha perso la vita
Tipress
Il poliziotto ha sparato due o tre colpi. Gobbi: «Non siamo nel Far West. Sono vicino all'agente»
Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni e il Comandante della Cantonale Matteo Cocchi hanno parlato dell'intervento di Brissago in cui un richiedente asilo dello Sri Lanka ha perso la vita

LUGANO - Non uno, ma due o tre colpi sono stati esplosi dall'agente della Polizia Cantonale che, questa notte, ha ferito a morte un 38enne richiedente asilo dello Sri Lanka, che voleva aggredire armato di coltello altri due richiedenti asilo.

Quella che emerge dai primissimi elementi raccolti finora sembra essere una reazione «plausibilmente proporzionata alla situazione di rischio», come spiega il Comandante della Polizia Matteo Cocchi in una conferenza stampa indetta nel pomeriggio.

Che la Magistratura abbia intrapreso una direzione positiva per l'agente che ha esploso i colpi lo dimostrerebbe, spiega Cocchi, anche l'assenza di misure restrittive nei suoi confronti.

Restano poco chiari, invece, i motivi all'origine dell'alterco per il quale si era reso necessario l'intervento della Polizia Cantonale. «Dal canto nostro - aggiunge Cocchi - stiamo procedendo nella massima trasparenza. Come dimostra il fatto di aver messo in mano alla polizia di Zurigo le verifiche tecniche per avere la massima imparzailità nella raccolta degli indizi sul caso».

Il Comandante comunica infine il proprio sostegno all'agente coinvolto: «L'ho contattato per dimostrargli la mia vicinanza. È certamente un momento difficile per lui».

Per quanto riguarda la formazione degli agenti in queste circostanze quindi conclude: «Si basa su mezzi coercitivi. L'arma da fuoco è l'ultima ratio. Viene usata in caso di grave minaccia».

Dello stesso parere è il Consigliere di Stato e Direttore del DI Norman Gobbi: «Abbiamo già visto in altre città europee che un semplice coltello è sufficiente a uccidere una persona».

«Sono vicino all'agente, ma anche ai familiari della vittima - aggiunge quindi -. Usare un'arma da fuoco non è un compito facile, ma non siamo nel Far West. Non si spara con leggerezza».

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