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Quel manifesto scandaloso e i 100 anni di Svizzera Turismo

BELLINZONAQuel manifesto scandaloso e i 100 anni di Svizzera Turismo

16.10.17 - 17:02
Tra cartelloni storici e ricorrenze esce l’obiettivo futuro: «Dobbiamo riconquistare i turisti europei». Parola di Jürg Schmid, direttore generale di Svizzera Turismo
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Quel manifesto scandaloso e i 100 anni di Svizzera Turismo
Tra cartelloni storici e ricorrenze esce l’obiettivo futuro: «Dobbiamo riconquistare i turisti europei». Parola di Jürg Schmid, direttore generale di Svizzera Turismo

BELLINZONA - Nel manifesto si vede il disegno di una donna che guarda verso il pubblico. Ha uno sguardo ammaliante, cosa insolita per i manifesti dell’epoca. E poi quel particolare che suscitò scalpore: lei che si apre la giacca e mostra sul corpo le montagne, la neve e il sole. Fu scandalo. Così si presentava la Svizzera nell’anno 1941.  Così è possibile vederla nella mostra in programma ancora fino al 22 ottobre nella sala Arsenale di Castelgrande, nell’ambito di “Fate vacanza!”, un’esposizione ideata e creata dal Museum für Gestaltung di Zurigo in collaborazione con Svizzera Turismo, per il giubileo „100 anni di promozione turistica svizzera”.

E oggi è stata l’occasione per  ripercorrere a Bellinzona  i 100 anni di successo della promozione turistica svizzera. Da quel lontano 1917, quando in pieno primo conflitto mondiale, quando i confini erano chiusi e nel nostro paese scarseggiavano cibo, riscaldamento ed elettricità, si decise di creare  l’Ufficio nazionale svizzero del turismo. «Investire nel turismo in quel momento storico: che scelta di incredibile lungimiranza» ha commentato Casimir Platzer, membro del comitato di Svizzera Turismo.

Insieme a Jürg Schmid, direttore generale di Svizzera Turismo, hanno ripercorso le tappe fondamentali di questi 100 anni di promozione turistica. I momenti d’oro, e quelli di crisi.  Guardando ovviamente anche al futuro con tutte le sfide che esso comporta. «Dobbiamo riconquistare i turisti europei - ha dichiarato  Jürg Schmid - solo loro apportano valore aggiunto anche nelle piccole valli del nostro paese. Ma siamo realisti: a fronte di condizioni quadro invariate sarà praticamente impossibile raggiungere i valori del passato. Se vogliamo contare anche in futuro sulla lealtà degli svizzeri dobbiamo puntare sulla qualità e cortesia ai massimi livelli. Per ora abbiamo assistito solo agli inizi della digitalizzazione. Gli investimenti sono grandi e le nostre struttura sono piccole e disseminate. Se vogliamo stare al gioco dobbiamo sviluppare una disponibilità completamente nuova alla cooperazione e orientarci completamente alle esigenze degli ospiti».

 

 

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