Cerca e trova immobili
Planet Funk: «Siamo pronti a conquistare Lugano»

CANTONEPlanet Funk: «Siamo pronti a conquistare Lugano»

31.05.17 - 06:01
In attesa di vederli il prossimo 7 giugno in Piazza Manzoni a Lugano in occasione dei 20 anni di tio.ch, il vocalist Alex Uhlmann è passato a trovarci in redazione
Foto Davide Giordano/tio.ch
Alex Uhlmann, 36 anni.
Alex Uhlmann, 36 anni.
Planet Funk: «Siamo pronti a conquistare Lugano»
In attesa di vederli il prossimo 7 giugno in Piazza Manzoni a Lugano in occasione dei 20 anni di tio.ch, il vocalist Alex Uhlmann è passato a trovarci in redazione

LUGANO - In tour dallo scorso mese di novembre, il gruppo - dal 1999 sulle scene alternative dance e attualmente di base sull’asse Londra-Milano - è tornato al collettivo con tre cantanti, ossia con Dan Black, Sally Doherty - voci nell’album “Non Zero Sumness” (EMI, 2002) - e Alex. Sul palco a Lugano li vedremo in compagnia di Marco Baroni (tastiere, pianoforte), Alex Neri (tastiere, synth), Andrea Cozzano (basso) e Luca Capasso (batteria).

Alex, che rapporto hanno i Planet Funk con la Svizzera italiana?

«Ottimo, direi. Abbiamo suonato a Lugano già quattro-cinque anni fa e, devo dire, che porto con me dei bellissimi ricordi…».

Raccontami gli ultimi sei anni del gruppo, ossia da quando tu sei entrato nella line-up… Come è andata esattamente?

«Nel 2011 abbiamo fatto un percorso che potrei definire piuttosto tipico per una band: gli altri ragazzi avevano deciso di imbarcarsi in un tour di quasi 200 date e con tre cantanti sarebbe stato un po’ difficile… Da qui, a differenza dei dischi precedenti, è nata anche la scelta di “reclutare” soltanto me in qualità di unico vocalist per l’album “The Great Shake” (Universal Music), pubblicato sempre nel 2011... Nel corso degli ultimi cinque anni, oltre ad avere suonato molto, abbiamo anche deciso di tornare al collettivo, con Dan e Sally. Diciamo che questo tempo è servito a fare questi due percorsi...».

Con questa formazione da qualche mese state pubblicando nuovi singoli. Immagino ci sia un nuovo album in cantiere...

«Sì, è così, verrà pubblicato dopo l’estate. Abbiamo iniziato il percorso di questo disco a Roma, per poi proseguire a Firenze e a Londra».

Quale la direzione sonora?

«È più vicino alle sonorità elettroniche dei primi due album, “Non Zero Sumness” (Emi, 2002) e “The Illogical Consequence” (Emi, 2005). Quindi un po’ meno rock di “The Great Shake”».

Vuoi anticipare il titolo?

«Non c’è ancora…».

Raccoglierà anche delle cover?

«Ci piace fare alcune cover dal vivo, ma nell’album non sono previste…».

Ricordo perfettamente, però, la vostra versione di “These Boots Are Made For Walking”, brano di Lee Hazlewood portato al successo da Nancy Sinatra nel 1966…

«In realtà, riprendere questo brano non è stata una nostra idea, bensì del regista Ivan Cotroneo, al quale serviva la canzone per la colonna sonora de “La kryptonite nella borsa” (Italia, 2011). L’abbiamo incisa in tre ore, e questa spontaneità sul disco si sente... Fino al punto in cui la nostra versione si è trasformata in un singolo, pubblicato successivamente anche all’interno di una seconda edizione di “The Great Shake”, intitolata “The Great Shake + 2”».

Raccontami di te ora… Con quali ascolti sei cresciuto?

«I miei sono dei grandissimi fan dei Beatles e dei Rolling Stones e già da bambino mi addormentavo con le loro canzoni… Nel corso della mia vita, poi, sono sempre stato molto aperto… Andavo a periodi, a fasi… C’è stata, ad esempio, la fase di John Lennon, poi di Jeff Buckley… E quando sono arrivato in Italia quelle di Pino Daniele e di Lucio Dalla…».

Sei nato e cresciuto in Lussemburgo, dopodiché ti sei trasferito in Inghilterra... Lo stesso percorso di Brian Molko dei Placebo… Un caso?

«Mi viene da ridere… Lui ha qualche anno più di me ma frequentavamo la stessa scuola… Si era trasferito a Londra, ma tornava a suonare in Lussemburgo, nello stesso locale, una volta all’anno. Un giorno, poi, l’ho incontrato a un mio concerto: il suo suggerimento era quello di partire, di partire per Londra, perché in Lussemburgo non c’era nulla… Ed è ciò che ho fatto...».

Vi sentite ancora?

«No, purtroppo ci siamo persi di vista… Spero di incontrarlo a qualche festival, e parlare, perché no, anche dei vecchi tempi...».

Info sul concerto gratuito del 7 giugno a Lugano: Facebook

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE