In concomitanza con la prova sirene, dei gruppi di sordi hanno manifestato per chiedere che l'allarme giunga anche a loro
LUGANO - Le sirene, come da prassi, oggi hanno suonato per dimostrare d'essere perfettamente funzionanti. Ma non tutti le hanno sentite. Tra questi, sicuramente, i manifestanti che si sono riuniti alle 13:30 in piazza San Carlo a Lugano. Il suono, loro, non l'hanno udito non perché distratti, ma in quanto sordi.
È proprio per questo che, ad ogni allarme, il gruppetto di 15 persone si è bloccato per la durata della sirena (i tempi erano scanditi da un "udente"), stringendo tra le mani un cartello con su scritto: "nessun sms = ingiustizia".
Il significato di questa dimostrazione è semplice: i sordi hanno voluto ricordare i rischi che incorrono in quanto esclusi dai sistemi d'allarme. La sirena, infatti, sfrutta un senso che loro non hanno.
Il problema, d'altra parte, non è soltanto ticinese, ma riguarda tutta la Svizzera. Nonostante un allarme visivo sia possibile, come ha già dimostrato la regione di Basilea. Qui l'Istituto dei Sordi, in collaborazione con la Polizia, avvisa i residenti sordi dell'imminente pericolo con un sms.
Che è quello che hanno chiesto oggi, non solo a Lugano, ma anche in altre città (Basilea, Berna, Losanna) con la manifestazione #Allarmemorti: un sms o un'app sul telefonino. Che gli salvi la vita.