Nel cuore del centro di reclutamento dell’esercito. Il colonnello Giordano Elmer: «Qui si riceve un check-up totale incredibile».
MONTECENERI - «Troppi giovani hanno paura di venire qui. E alcuni arrivano a prendere anche multe di mille franchi». Ad affermarlo è il colonnello Giordano Elmer, comandante del centro di reclutamento del Monte Ceneri. E si appella alle cifre: dei 1'500 ragazzi della Svizzera italiana che ogni anno sono convocati per l’arruolamento, circa il 5% non si presenta alla chiamata in grigioverde. «Per noi è un problema – spiega Elmer – c’è una paura ingiustificata».
Le leve del futuro - Quello del Monte Ceneri è uno dei sei centri di arruolamento della Svizzera. Ticinonline l’ha visitato per capire come sono selezionate le reclute del futuro, quelle che andranno a fare parte del progetto USES (Ulteriore sviluppo dell’esercito) 2018. L’imminente rivoluzione prevede una nuova riduzione degli effettivi a disposizione dell’esercito, da 200'000 a 100'000 militi in tutto il Paese, 140'000 considerando le riserve.
Check-up totale - Di regola sono tre le giornate destinate al reclutamento, comprese due notti da trascorrere in caserma. A gruppi di 43, i ragazzi sono sottoposti a un “check up” totale. «Sia dal profilo medico, sia sportivo, sia psicologico – sottolinea Elmer – è dal 2004 che l’arruolamento prevede un’analisi a 360 gradi della persona. Rispetto al passato, si preferisce fermare subito chi non è ritenuto abile al grigioverde. È anche una questione di prevenzione».
Nullaosta - Cifre alla mano, nel 2015 al Monte Ceneri, su 1'451 candidati, sono stati in 952 a ricevere il nullaosta per la scuola reclute. «Una cifra pari a due terzi dei candidati – conferma Elmer – gli altri o sono dichiarati inabili o fanno protezione civile».
Il medico - L’ultima parola per decidere se un giovane è abile o meno al servizio spetta sempre a Franco Muggli, medico dirigente del centro di reclutamento. «Facciamo una valutazione approfondita medico-internistica delle condizioni cliniche del ragazzo – dice – della sua situazione cardio respiratoria, dell’apparato locomotore degli aspetti generici neurologici e di quelli legati alle vaccinazioni, consigliandolo in merito».
Il grande cambiamento - Rispetto agli anni Novanta il balzo in avanti è enorme. «Prima le valutazioni mediche dei ragazzi erano molto parziali – ammette Muggli – ora, durante i tre giorni dell’arruolamento, i giovani vengono visitati da capo a piedi. È un’opera di sanità pubblica incredibile, che spesso è sottovalutata. Un esame clinico approfondito gratuito, che comprende anche gli accertamenti nei casi più dubbi».
Un servizio gratuito - «Anche per questo – riprende Elmer – i timori di chi non si presenta alla chiamata sono fuori luogo. Indipendentemente dal fatto che questi giovani faranno o meno la scuola reclute, qui viene loro offerto gratuitamente un servizio dal valore enorme».
La prova sportiva - Rossano Dell’Avo, capo sport del centro, analizza la questione da un altro aspetto. Quello, appunto, legato alle prove sportive nell’ambito delle tre giornate al Monte Ceneri. «Attraverso cinque esercizi ben definiti – evidenzia – noi testiamo la resistenza fisica del giovane e la sua forza di volontà. Lo sforzo fisico forma il carattere, ma aiuta anche a capire i propri limiti».
Lo psicologo - Per stabilire in quale corpo un giovane sarà piazzato, decisivo è il parere del capo psicologo del centro, Fabio Jelmini. «I ragazzi – conferma – si sottopongono a un test al computer. In totale devono rispondere a oltre 300 domande che riguardano la loro situazione personale. Alcune sono domande incrociate. Se uno ha un problema serio, nella maggior parte dei casi salta fuori».
Dinamiche sensibili - Quelle psicologiche sono dinamiche molto sensibili. E Jelmini lo fa notare con precisione. «Può darsi che una persona funzioni bene nella vita di tutti i giorni, ma poi non riesca ad adattarsi alla vita di gruppo, magari a causa di disturbi d’ansia. Ovviamente, per la nostra valutazione globale, noi consideriamo anche la documentazione che il giovane ci presenta al suo arrivo».
Il disagio - Tre “start” all’anno. Uno in primavera, uno in estate e uno a inizio novembre. Complessivamente ogni anno sono circa 24'000 i giovani svizzeri che indossano per la prima volta il grigioverde. Un migliaio di queste reclute proviene dal sud delle Alpi. «La maggior parte – conclude Elmer – appare felice di fare questa esperienza. Eppure puntualmente ogni settimana siamo confrontati con persone che ignorano la chiamata, anche dopo due o tre solleciti».
Sanzioni - A quel punto scatta un provvedimento disciplinare del Cantone. «Si tratta di sanzioni inutili. E noi siamo davvero dispiaciuti. Siamo preparati per accogliere i giovani e per trovare insieme la migliore soluzione in caso di problemi. Sarebbe bello se questo messaggio, finalmente, passasse».